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Statali, orario di lavoro flessibile e stipendi più alti?

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La riforma della Pubblica Amministrazione firmata dal ministro Marianna Madia non si ferma alle norme che sono entrate in vigore finora, ma molto probabilmente aggiungerà un ulteriore tassello che, neanche a dirlo, sta già cominciando a creare un po’ di discussioni. L’ultima idea partorita dal governo è quello di procedere al tanto famigerato rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, ma al tempo stesso di introdurre un meccanismo di flessibilità nell’orario di lavoro: l’obiettivo, insomma, è quello di inserire anche nel lavoro statale una settimana lavorativa da 40 (anziché da 36) ore.

In questo modo l’orario di lavoro verrebbe uniformato a quello vigente praticamente da sempre per i privati, anche se i lavoratori pubblici avranno ancora una volta un privilegio in più in questo senso, visto e considerato che potranno scegliere liberamente se dare disponibilità per lavorare più ore settimana o se rimanere al lavoro soltanto per le ore che già fanno. Tuttavia, coloro che accetteranno di lavorare più ore verranno chiaramente ricompensati con un aumento dello stipendio.

La proposta, a dire il vero, sembra sia pervenuta nelle mani del governo da parte del fronte sindacale; ma in un certo senso è l’esecutivo stesso a dirsi interessato dato che in questo modo le ore e le giornate lavorative dei dipendenti pubblici italiani verrebbero finalmente uniformate a quelle in vigore nel resto d’Europa.

Di questo così come di altri aspetti se ne tornerà a parlare proprio nel corso della prossima settimana. Il fatto però, è che aumentare l’orario di lavoro degli statali equivarrà a dover mettere sul piatto ulteriori risorse (del resto quei lavoratori qualcuno li dovrà pur pagare!).

Ed è proprio su questo che l’esecutivo sta mettendo mano, tenendo conto del fatto che i sindacati stanno facendo pressione anche per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, altra questione che vuoi o non vuoi finirà col costare parecchi soldi: si pensi anche solo al fatto che la Confsal-Unsa ha dichiarato che per il triennio 2016-2018, un incremento in busta paga di 80 o 100 euro per gli statali necessiterebbe di uno stanziamento da ben 6.2 miliardi di euro!

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