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Reclutamento docenti, ecco la nuova road map

scuolaCon la riforma della Buona Scuola, da qui a pochi mesi entreranno in vigore nuove regole da rispettare per chi ambisce a diventare docente abilitato. Ci saranno in sostanza dei percorsi diversificati a seconda se si è docenti precari abilitati, non abilitati ma pur sempre con tre anni di supplenze alle spalle, oppure semplicemente laureati e in attesa di entrare nel mondo del lavoro.

Ebbene, sulla base di quanto prevede la nuova road map, gli aspiranti docenti dovranno prima di tutto sottoporsi a un concorso, superato il quale verranno introdotti in un periodo di formazione, inserimento e tirocinio della durata di tre anni. Per accedere al concorso occorrerà avere una laurea e 24CFU conseguiti nelle discipline antro-psico-pedagogiche. Per quanto riguarda le graduatorie di merito, queste verranno elaborate in riferimento a ciascuna classe di concorso, e tenendo conto della somma dei punteggi conseguiti nelle due prove scritte (quella orale e quella della valutazione dei titoli).

Al termine del percorso, gli aspiranti docenti che avranno seguito il tutto minuziosamente, verranno immessi in ruolo.

Ma questo è un percorso che non piace affatto al sindacato della scuola Anief, secondo cui non c’è bisogno di introdurre un modello di reclutamento tanto “complesso” per procedere con la stabilizzazione dei docenti precari. L’Unione Europea ha più volte fatto pressioni affinché l’Italia stabilizzasse il posto di lavoro a migliaia di docenti precari, ma secondo Anief, il modello ideato dal governo non sarebbe idoneo e tanto meno equo.

“Ci sono molti aspetti di questo nuovo percorso che introduce all’insegnamento che non ci convincono: al di là dell’inutilità di far fare delle prove e della formazione a chi è già abilitato, non comprendiamo per quale ragione nessun percorso sia stato attivato per gli insegnanti tecnico pratici, ovvero per quei docenti che prestano servizio negli istituti superiori per lo svolgimento delle attività laboratoriali. Per noi è una contraddizione di non poco conto visto che queste attività, collegate all’alternanza scuola-lavoro, sono un punto fermo della riforma approvata nel luglio 2015”.

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