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Il Movimento 5 Stelle smentisce l’intenzione di rimuovere il ministro Tria

giovanni tria
Foto da formiche.net

Quando si ascoltano o si leggono dichiarazioni rilasciate da leader politici o finanziari, soprattutto quando permeate da parole polemiche o minacciose, spesso la smentita arriva puntuale. Infatti, essa non si è fatta attendere all’indomani delle dichiarazioni trapelate dal Movimento 5 Stelle sull’intenzione di rimuovere il ministro dell’Economia Giovanni Tria, reo di non voler approvare i miliardi di euro indirizzati alla spesa pubblica nel prossimo anno.

A metà settimana, Luigi di Maio aveva lasciato intendere che una mancata approvazione nel Bilancio del reddito di cittadinanza avrebbe provocato non pochi problemi al Governo. A dar man forte al leader grillino è stato Stefano Buffagni, sottosegretario di gabinetto e membro dei 5 Stelle, dichiarando di rispettare Tria a patto che lui rispetti le forze politiche che lo sostengono. Di Maio vorrebbe che 10 miliardi di euro andassero a coprire la spesa per il reddito di cittadinanza.

Nonostante queste differenti vedute, il Movimento 5 Stelle ha ufficialmente negato di voler rimuovere il ministro Tria. “Le notizie che affermano che il Movimento stia facendo pressioni sul ministro dell’Economia sono totalmente infondate, come sono infondate quelle sulle sue possibili dimissioni”. Tutto questo ciarlare ha causato l’aumento dei rendimenti dei titoli italiani, mantenutesi tali anche dopo la smentita ufficiale da parte dei 5 Stelle. Il divario tra Btp e Bund tedeschi si è ampliato.

Sono stati molti gli incontri tra i due partiti di coalizione governativa per trovare dei compromessi sulla legge di Bilancio del prossimo anno. La Lega continua a premere sugli ampi tagli alle tasse, mentre entrambi le parti premono sia per una riforma pensionistica che per una gestione automatica dell’aumento dell’IVA per una cifra intorno ai 12,4 miliardi di euro a partire dal prossimo anno.

Ma per allentare le tensioni sui mercati finanziari, dove le obbligazioni italiane sono state svendute tra il timore che il governo entrasse in guerra con l’UE e l’incapacità di tenere sotto controllo il suo enorme debito pubblico, il ministro Tria insieme ad altri si sono fatti avanti affermando che le misure principali sarebbero state introdotte gradualmente.

Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero dell’Economia e membro della Lega, ha dichiarato che i partiti della coalizione avrebbero avuto 5 miliardi di euro ciascuno per mettere in atto le loro promesse elettorali nel Bilancio del 2019. La coalizione dovrebbe presentare gli ultimi obiettivi di crescita economica e di finanza pubblica entro la fine del mese, prima del progetto sul piano di Bilancio, che dovrà essere consegnato ad ottobre.

Intanto l’economia italiana continua a rallentare. La produzione industriale è scesa bruscamente a luglio rispetto al mese precedente, portando l’indice al livello più basso dal maggio dello scorso anno. Un’economia in rallentamento renderebbe ancora più difficile per le due parti soddisfare le loro promesse elettorali mantenendo contemporaneamente sotto controllo il debito del paese, attestatosi al 130%.

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