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Economia: Regno Unito, Germania e Italia si stanno “esaurendo” contemporaneamente

germaniaCome se si fossero messe segretamente d’accordo, tre delle più grandi economie d’Europa, ossia Italia, Regno Unito e Germania, stanno contemporaneamente arrancando.

Nel secondo trimestre del 2019, la crescita economica dell’Eurozona appare disastrosa, principalmente a causa del crollo della crescita tedesca. Secondo i più eminenti economisti, i rischi di una caduta totale del PIL dell’Italia e della Germania sono molto elevati, nonostante le due economie siano più resilienti di quella spagnola e francese. Guardando oltre la zona euro, ma sempre all’interno dell’Europa, il Regno Unito zoppica e non poco.

Recentemente, l’Istituto nazionale per la ricerca economica e sociale ha affermato che l’incertezza sulla Brexit, che dura ormai da tre anni, potrebbe aver dato vita alla recessione.

Dalla fine dello scorso anno, il settore manifatturiero tedesco ha registrato scarsi risultati ed è effettivamente in recessione. Inoltre, le compagnie tedesche stanno iniziando a mettere i propri lavoratori ad orario ridotto, in modo da ridurre i costi salariali, ma contemporaneamente anche la produzione. Quindi, una debolezza industriale in Germania che sta iniziando a lasciare il segno.

Nel frattempo, l’economia in Italia continua a boccheggiare. Il PIL, con tutta probabilità, è nuovamente calato, scendendo dello 0,21% nel secondo trimestre.  Mentre i dati sul lavoro continueranno ad indebolirsi nella seconda metà del 2019, con evidenti conseguenze sui consumi e la produzione, il debito resta la questione principale e più preoccupante. Allo stato attuale ammonta a circa € 2 trilioni di euro circa, mentre il rapporto nei confronti del PIL ha raggiunto il 130%, un livello mai visto dalla seconda guerra mondiale ad oggi.

Jack Allen, analista di Capital Economics, ha dichiarato in un’intervista ad aprile che il rapporto debito pubblico/PIL probabilmente continuerà a salire e alla fine si rivelerà insostenibile. “Tutto ciò si tramuterebbe in un problema ben più grande rispetto alla precedente crisi della zona euro e potrebbe ancora una volta mettere in pericolo la moneta unica stessa”, ha affermato Allen.

Infine, il Regno Unito, altra grande economia sull’orlo di una crisi di nervi. Boris Johnson, nuovo primo ministro britannico, dovrà affrontare presto una sfida di immane portata: l’uscita dall’Unione Europea, la quale, con tutta probabilità, causerà il declino dell’economia, qualunque sia l’accordo.

E dato che Johnson, nel periodo precedente al suo nuovo incarico, affermò che la Gran Bretagna avrebbe lasciato l’UE “con o senza accordi”, lo scenario che si presenta è davvero drammatico. Secondo alcuni esperti, in un possibile scenario senza accordo, la crescita del PIL dovrebbe scendere a zero nel 2020, mentre l’inflazione salirebbe oltre il 4%.

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