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La Cina è il più grande enigma economico dell’Europa

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La prossima settimana, i leader dell’Unione europea si siederanno con il primo ministro cinese Li Keqiang per discutere i rapporti tra l’eurozona e Pechino. Il viaggio di Li arriva due settimane dopo quello del presidente cinese Xi Jinping, che lo ha portato in Italia, a Monaco e in Francia. La visita del premier cinese in Europa, prevista per l’8 e 12 aprile, lo porterà prima a Bruxelles per il 21° summit dei leader Cina-UE e poi in Croazia per una visita ufficiale. Infine, è previsto l’incontro con i paesi dell’Europa centrale e orientale (PECO).

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ospiteranno il vertice UE-Cina. “Il nostro obiettivo è quello di concentrarci sul raggiungimento di una relazione equilibrata, che assicuri una concorrenza leale e un uguale accesso al mercato. Speriamo di persuadere la Cina a includere sussidi industriali come elemento cruciale per la riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio”, ha dichiarato Tusk.

Entrambe le parti discuteranno anche del futuro della governance globale, dell’attuazione dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, delle questioni di sviluppo sostenibile, della sicurezza informatica e delle questioni di sicurezza nella regione. Secondo Eurostat, la Cina è il secondo partner commerciale dell’UE con beni per un valore di 674 miliardi di dollari. Inoltre, un documento politico della Commissione europea ha etichettato la Cina come un “rivale sistemico” in alcuni aspetti critici dell’UE.

Le maggiori economie della regione, Germania e Francia, stanno pensando a politiche che limitino l’influenza economica della Cina, come il rafforzamento delle regole sugli investimenti esteri. Nel frattempo, alcune economie in difficoltà dell’Europa meridionale, come la Grecia e il Portogallo, hanno accolto con favore gli investimenti provenienti dalla Cina e che hanno riguardato porti, società energetiche e progetti infrastrutturali.

L’Italia è entrata a far parte dell’iniziativa cinese Belt and Road a marzo e ha firmato 10 accordi con Pechino che potrebbero potenzialmente valere 20,21 miliardi di euro. In questo modo, l’Italia è diventata la prima nazione del G7 a partecipare all’iniziativa multimilionaria che ha scatenato polemiche sia nell’UE che negli Stati Uniti. L’iniziativa Belt and Road mira a ristabilire una via della seta che collega la Cina all’Europa attraverso l’Asia.

Gli esperti che monitorano la situazione affermano che la Cina dovrebbe essere accolta con favore nei mercati europei poiché è sulla buona strada per diventare la più grande economia del mondo. Anadolu Clemens Fuest, presidente dell’Istituto Ifo, un gruppo di esperti con sede a Monaco, ha dichiarato in merito: “La Cina sta per diventare la più grande economia del mondo. Per questo, rappresenta una destinazione importante per le esportazioni e gli investimenti dell’UE. Allo stesso tempo, l’UE è un mercato importante per gli esportatori e gli investitori cinesi”.

In ogni caso, alcuni stati membri preferiscono perseguire le proprie politiche, minando il potere contrattuale di tutti gli stati membri dell’UE durante i negoziati con la Cina.

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