La crisi sta prendendo la piega peggiore che si potesse immaginare: la Grecia è più fuori che dentro la moneta unica, le economie di tutti i principali stati membri (Germania esclusa) stanno rischiando di collassare, si comincia a pensare ad una possibile fine dell’euro e le tensioni sociali stanno andando alle stelle. Insomma quello che ci troviamo davanti agli occhi, ci piaccia o no, è uno scenario apocalittico che rischia di degenerare da un momento all’altro. In tutto questo i governi europei riunitisi in settimana per l’ennesimo vertice non sono stati in grado di trovare nessuna soluzione, solo tante belle parole e pochi fatti. Un immobilismo, quello europeo, davvero snervante per tutti noi addetti ai lavori che ci troviamo costretti a raccontare la gravità della situazione giorno per giorno. Ma a Bruxelles sembra come se il tempo a disposizione sia infinito e, per l’ennesima volta, si rimanda di un altro mese qualsiasi decisione visto che nulla verrà fatto prima del prossimo vertice di fine Giugno che si terrà subito dopo le elezioni greche.

A questo punto non ci resta che cominciare seriamente a parlare di una possibile uscita dall’euro del nostro paese. Sia chiaro è e resta una prospettiva da “ultima spiaggia” ma le cartucce a disposizione dell’Eurogruppo sono davvero poche e i problemi sono enormi quindi bisogna cominciare a valutare questa non più come una fantasiosa ipotesi ma, al contrario, come una delle possibilità a nostra disposizione.


