monte dei paschi di siena

Quanto rischiano i correntisti del Monte dei Paschi?

I recenti scandali che hanno investito il Monte dei Paschi di Siena ha posto un pesante interrogativo tra tutti i correntisti della banca: Il Monte dei Paschi può fallire? Che fine faranno i soldi depositati sui conti correnti bancari? Visto che il mio obiettivo è quello di offrire una visione per nulla banale della situazione è bene partire dall’inizio ricapitolando, brevemente, quello che è successo negli ultimi giorni. MPS ha fatto sapere che chiuderà l’esercizio 2012 con una pesantissima perdita che dovrebbe essere superiore ai 2 miliardi di euro (di quanto superiore non ci è dato sapere…). Questa perdita va ad aggiungersi a quella del 2011 di oltre 4 miliardi di euro. Insomma la situazione della Banca è quanto meno disastrosa.

monte dei paschi di siena

Queste perdite (2012 e 2011) sono dovute ad operazioni su derivati (quindi ad altissimo rischio) che sono state sbagliate e che stanno dando il colpo di grazia ai bilanci della società già sotto forte pressione in seguito all’acquisizione di Antonveneta. Intanto per tamponare la situazione Mps è stato costretto a far ricorso all’aiuto pubblico sotto forma di 3,9 miliardi di Monti-bond. Soldi pubblici che, con ogni probabilità, non verranno mai restituiti.

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Aumentano le assicurazioni sui prestiti

Come abbiamo più volte ripetuto la crisi sta profondamante cambiando le nostre abitudini anche quando ci troviamo a dover affrontare la richiesta di un finanziamento. La paura di perdere il lavoro, infatti, ha fatto si che nel corso del 2012 siano aumentate in maniera consistente le polizze assicurative legate ai finanziamenti. Questo, almeno, è quello che emerge da uno studio condotto dal portale prestiti.it che dopo aver analizzato oltre 30 mila preventivi ha evidenziato che nel 26% dei casi le richieste erano comprensive di un’assicurazione. Si tratta di una percentuale estremamente alta ma assolutamente giustificata dall’attuale contesto economico che sta ttraversando il nostro paese.

prestiti e assicurazioni

L’interessante studio realizzato dal portale di comparazione prestiti mostra come e quanto siano fondamentali anche la durata e la finalità del finanziamento stesso. Ad esempio nei prestiti con durata inferiore ai 36 mesi la percentuale di persone che richiede una polizza a garanzia del capitale scende sotto il 23%. Questo perchè la crisi ha diffuso la paura dovuta all’incertezza sul futuro. Cosa accadrà da qui a 4-5 anni? Avro ancora un lavoro?

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Mutui: per i più giovani è una mission impossible

La crisi ha modificato drasticamente il nostro stile di vita anche per quanto riguarda il mondo dei finanziamenti. Se fino a qualche anno fa prendere un mutuo per acquistare una nuova casa non era poi così difficile oggi le cose sono cambiate. Accedere al credito è diventato estremamente complesso specialmente per i più giovani che, oggi più che mai, vivono una situazione di forte precarietà sul fronte del lavoro. Le banche non possono/vogliono rischiare di perdere capitale prestando i soldi a chi “potrebbe” non essere in grado di restituirli, così (come tutti ormai sanno) hanno deciso di rendere sempre più stringenti i vincoli di accesso al credito. Proprio per questo i più penalizzati sono proprio i giovani al di sotto dei 30 anni.

mutui per giovani under 30

Non a caso il comparatore mutui.it ha realizzato e diffuso uno studio al riguardo i cui esiti lasciano, letteralmente, senza parole. Basti pensare che oltre il 23% delle richieste di mutuo degli ultimi 6 mesi sono state realizzate da giovani al di sotto dei 30 anni mentre i mutui poi effettivamente erogati sono solo il 16% del totale. Una differenza notevole che testimonia la difficoltà del momento.

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Facebook prova a rilanciarsi in borsa con il Graph Search

Facebook lancia, finalmente, la nuova funzione che lo avvicina sempre di più ad un vero e proprio motore di ricerca. Grazie al Graph Search il famoso social network sarà in grado di rispondere a delle query di ricerca complesse e, sopratutto, integrate alle informazioni personali degli oltre 1 miliardo di iscritti. Grazie a questa nuova funzione sarà possibile cercare su Facebook cose del tipo  “i ristoranti di Parigi visitati dai miei amici” andando ben al di la di quello che è oggi in grado di fare il numero 1 mondiale del search, ossia Google che, al momento, ancora non dispone di un database utente (con il social network Google+) così ampio.

Ma cosa significa tutto ciò tradotto in soldi? Ovviamente l’introduzione di questa funzione permetterà a Facebook di fidelizzare ancora di più l’utente che, con il tempo, potrebbe avere sempre meno bisogno di uscire dal social network e di utilizzare un motore di ricerca “classico” per effettuare le proprie ricerche.

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Alitalia: storia infinita di un fallimento annunciato

Come volevasi dimostrare, a distanza di anni, ci troviamo ancora una volta a dover affrontare il discorso alitalia. Ieri, a distanza di 4 anni dal fallimento della società, è scaduto l’obbligo che impediva agli azionisti della cordata di imprenditori italiani (che salvarono la compagnia dal “rischio di essere comprata da società straniere”) di vendere le proprie azioni. In sostanza, da oggi gli azionisti possono sbarazzarsi delle proprie quote della nuova Cai rendendo inutile, o quasi, il salvataggio della società sbandierato dall’allora governo di centro destra. Ma chi è davvero interessato ad acquistare l’Alitalia?

alitalia

In pole position ci sarebbe l’Air France che già ora detiene il 25% di Cai, una quota tutt’altro che irrilevante. Tuttavia si affacciano, in via assolutamente ufficiosa, anche altri nomi all’orizzonte.

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