La ripresa dell’Islanda: un miraggio per la Grecia?

Negli ultimi tempi sono diversi i Paesi che hanno subito un downgrade da parte delle agenzie di rating. Tra i principali troviamo quelli di Moody’s che due settimane fa ha tagliato il rating di Spagna, Portogallo, Italia, Slovenia, Malta e Slovacchia – tutti questi Paesi hanno dovuto indietreggiare di un gradino nel proprio rating. L’agenzia americana non ha risparmiato nemmeno Austria, Francia e Gran Bretagna che sono state messe sotto osservazione con outlook negativo. Non è difficile immaginare le conseguenze di questi tagli sull’andamento dei mercati finanziari europei e del trading in generale. In netta controtendenza l’Islanda guadagna invece una promozione del proprio rating di debito, sia da Moody’s sia da un’altra agenzia, Fitch, passando recentemente da BB+ a BBB-. Un portavoce di Fitch ha dichiarato che l’Islanda ha fatto passi da gigante nel “ristrutturare la stabilità macroeconomica” e che la “reazione politico economica poco ortodossa che è stata attuata a suo tempo, si è dimostrata efficace”.

L’economia dell’Islanda ha vissuto un momento di profonda crisi nel 2008 quando le sue tre maggiori banche si sono trovate con un’ammontare di debiti accumulati pari a ben dieci volte il PIL totale della nazione stessa. Il peso dei debiti era talmente alto da costringere le banche in questione al fallimento, lasciando che fossero i creditori a pagare le conseguenze della crisi debitoria.

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Investimenti: attenzione ai bancari

In queste ultime sedute l’andamento dei titoli bancari è stato davvero disastroso con perdite che, in alcuni casi, sono state davvero molto rilevanti. Tanto per fare un esempio nell’ultima seduta di ieri Unicredit ha perso oltre il 6%, Intesa San Paolo il 2,23%, il Monte dei Paschi di Siena il 3,28% e il Banco popolare ben il 3,55%. Questo pessimo andamento è dovuto alla mancata proroga del provvedimento restrittivo della Consob in materia di posizione nette corte sui titoli del comparto finanziario. In pratica da lunedì si potrà riprendere a operare short sui titoli, stessa decisione presa a metà febbraio da Francia, Spagna e Belgio. Anche li nei giorni precedenti alla reintroduzione dell’operatività short le quotazioni dei bancari avevano subito dei clamorosi tonfi salvo poi riprendere le normali quotazioni nei giorni seguenti.

Tuttavia non è detto che lo stesso discorso si possa applicare anche ai titoli bancari italiani che stanno attraversando un periodo (piuttosto lungo a dire il vero) davvero molto difficile in cui hanno bruciato gran parte della propria capitalizzazione.

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Conti correnti: quanto costa il fido?

Grazie alla nostra indagine conclusa in questi ultimi giorni dal nostro staff ci è sto possibile fare il punto della situazione circa l’offerta di fidi da parte dei principali istituti di credito che operano sul nostro territorio. L’obiettivo è quello di offrire una guida completa ai nostri lettori così da permettere una valutazione oggettiva delle proposte delle banche volte a soddisfare le esigenze di coloro che necessitano di un fido. Quello che più ci ha sorpreso sono state le differenze oggettive dei tassi di interesse applicati dai diversi istituti di credito che variano, per le tipologie di conto prese in considerazione, da un minimo del  12,01% ad un massimo del 19,25% per le banche “tradizionali” e circa il 6-7% per le banche online. Una differenza molto significativa che può incidere in maniera determinante sulla scelta di un conto corrente specialmente a vantaggio dei conti online che offrono un maggior compromesso nel rapporto qualità prezzo.

Tra le banche prese in considerazione per il nostro studio segnaliamo il Monte dei Paschi di Siena, Unicredit, Intesa San paolo, la Banca di credito Cooperativo più quelle banche che offrono conti correnti online, ossia Fineco, WeBank, Ing Direct, Banca Sella e IWbank. Questo paniere di 9 istituti di credito permette di dare uno sguardo a 360 gradi sulle condizioni economiche applicate ai conti delle famiglie italiane.

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Petrolio: ci attende un anno di rialzi

Il recente rialzo delle quotazioni del petrolio ha provocato una forte impennata dei prezzi dei carburanti gravando ancora di più sulle spalle delle famiglie italiane (ma non solo, ovviamente) e delle aziende. Tuttavia questo trand rialzista ha rilanciato la possibilità di trarre qualche buon profitto dal rialzo delle quotazioni del greggio che, secondo molti analisti, sarebbero da considerare al rialzo almeno per tutto il 2012. Questo sopratutto a causa delle recenti tensioni in Iran, uno dei maggiori produttori mondiali di greggio, che potrebbero sfociare in un conflitto qualora Israele e Stati Uniti decidessero di passare dalle parole ai fatti. Per il momento, infatti, la comunità internazionale si è limitata ha imporre delle durissime sanzioni all’Iran il quale ha risposto tagliando le forniture di petrolio all’Europa. Tutto questo contesto potrebbe tradursi in un prezzo più alto della benzina ai distributori ma, anche, nella possibilità di sfruttare il trand rialzista per trarne profitto.

Basti pensare che nel 2008 il petrolio aveva raggiunto la quotazione di circa 140 dollari al barile per poi riscendere, verso la fine dell’anno, a quota 40 dollari al barile. Da li in poi abbiamo assistito ad un lento ma costante aumento del prezzo del greggio che, tra alti e bassi, si è attestato nuovamente sopra i 90 dollari al barile fino a raggiungere e superare i 100 dollari al barile in queste ultime settimane.

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Redditi dei ministri: ecco la classifica

Dopo averli più volte annunciati ecco, finalmente, i redditi dei ministri che il governo Monti ha voluto rendere pubblici per proseguire il proprio lavoro nella massima trasparenza. In una democrazia che si rispetti, secondo il nostro punto di vista, la trasparenza sui redditi delle persone che ricoprono ruoli di spicco è quanto meno doverosa. Per questo abbiamo apprezzato l’iniziativa e vi riportiamo, sotto forma di classifica (tanto per rendere più divertente l’argomento), i redditi dei nostri ministri posti in relazione a quelli dei 10 primi politici più pagati del mondo.  Tuttavia, prima di dare un’occhiata alla classifica c’è da sottolineare che il Premier Monti ha rinunciato, per l’anno in corso, allo stipendio di Premier e a quello di Ministro dell’Economia. Percepirà il solo compenso di senatore a vita il quale si aggira intorno ai 211 mila euro l’anno.

Monti ha dichiarato, lo scorso anno, circa 1,5 milioni di euro di reddito lordo e risulta avere circa 16 appartamenti e 2 auto di lusso. Era doverosa fare questa premessa in quanto il premier Monti non è incluso nella nostra classifica dei redditi dei ministri che abbiamo preparato sulla base dei dati resi pubblici in questi ultimi giorni.

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Esselunga: altre 100 assunzioni in vista

In un contesto di crisi economica come quello che stiamo attraversando trovare un impiego è davvero molto difficile. Per questo cerchiamo di informare i nostri lettori qualora si verifichino delle opportunità di lavoro interessanti. Proprio per questo non potevamo non segnalare la possibilità di lavorare in supermercato a Roma grazie al nuovo progetto lanciato da una importante azienda del settore. Esselunga, infatti, si appresta ad aprire nuovi punti vendita nel Lazio nei prossimi 2 o 3 anni e ha cominciato la selezione del personale da destinare ai ruoli di direttore e Capo Reparto dei nuovi punti vendita. Il gruppo alimentare che ha aperto supermercati in Toscana, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna si appresta ad aprire nuovi punti vendita anche a Roma. Lo scopo di questa prima selezione di circa 100 persone è quello di reperire le figure professionali da avviare alla formazione così da essere pronte all’apertura dei nuovi punti vendita.

L’azienda, che al momento conta oltre 20 mila dipendenti e può vantare una clientela di oltre 3 milioni di consumatori, rappresenta uno dei più importanti player del settore dei supermercati e il suo esordio nel Lazio viene visto, da molti, come il punto di partenza per una ulteriore espansione del gruppo anche nel sud Italia.

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