Negli ultimi tempi sono diversi i Paesi che hanno subito un downgrade da parte delle agenzie di rating. Tra i principali troviamo quelli di Moody’s che due settimane fa ha tagliato il rating di Spagna, Portogallo, Italia, Slovenia, Malta e Slovacchia – tutti questi Paesi hanno dovuto indietreggiare di un gradino nel proprio rating. L’agenzia americana non ha risparmiato nemmeno Austria, Francia e Gran Bretagna che sono state messe sotto osservazione con outlook negativo. Non è difficile immaginare le conseguenze di questi tagli sull’andamento dei mercati finanziari europei e del trading in generale. In netta controtendenza l’Islanda guadagna invece una promozione del proprio rating di debito, sia da Moody’s sia da un’altra agenzia, Fitch, passando recentemente da BB+ a BBB-. Un portavoce di Fitch ha dichiarato che l’Islanda ha fatto passi da gigante nel “ristrutturare la stabilità macroeconomica” e che la “reazione politico economica poco ortodossa che è stata attuata a suo tempo, si è dimostrata efficace”.
L’economia dell’Islanda ha vissuto un momento di profonda crisi nel 2008 quando le sue tre maggiori banche si sono trovate con un’ammontare di debiti accumulati pari a ben dieci volte il PIL totale della nazione stessa. Il peso dei debiti era talmente alto da costringere le banche in questione al fallimento, lasciando che fossero i creditori a pagare le conseguenze della crisi debitoria.