Crisi Ungheria: il debito è spazzatura

La crisi del debito continua a mietere vittime in Europa. Stvaolta tocca all’Ungheria, un paese in grandissima difficoltà, il cui debito è stato valutato da Fitch “BB+”, ossia alla stregua di un titolo spazzatura. Secondo l’agenzia di rating i titoli di stato ungheresi sono altamente pericolosi in quanto la situazione di bilancio del paese è drammatica e la recente decisione del parlamento di svincolarsi dal controllo della BCE ha prodotto l’interruzione dei negoziati per gli aiuti finanziari chiesti dal paese pochi giorni fa. Siamo, quindi, dio fronte alla crisi dell’Ungheria? Che ripercussioni potrebbe avere per l’Italia?

In sostanza si potrebbe affermare che l’Ungheria sia davanti ad un bivio che potrebbe portare il paese verso l’isolamento dall’Europa con conseguenze molto difficili per la sua economia nazionale. Inoltre, seppur le apparanze non facciano pensare a collegamenti rilevanti per la nostra economia, qualche ripercussione potrebbe esserci anche per l’Italia.

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Inflazione mai così alta da tre anni a questa parte

Secondo quanto afferma l’Istituto Nazionale di Statistica nel suo ultimo aggiornamento periodico, nel corso del mese di dicembre l’inflazione avrebbe toccato il 3,3% su base annua, con un incremento mensile di 0,4 punti percentuali. Un aumento che è stato figlio del rincaro dei prezzi dei carburanti, con la benzina che schizza al + 1,9% rispetto a novembre, con un tasso tendenziale pari al 15,8%.  Complessivamente, ricorda l’Istat, l’inflazione media annua per il 2011 è stata pari al 2,8%, in corposo apprezzamento rispetto al + 1,5% del tasso medio 2010.

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Europa in recessione: ne è convinto Juncker

Il presidente dell’Eurogruppo ha recentemente affermato che l’Europa rischia di terminare in fase recessiva. Una dichiarazione che giunge a margine di un’analisi pubblicata a cura del centro studi Markit Economics, laddove si indica come le imprese dell’Eurozona saranno presto coinvolte in un quadro recessivo, con le ovvie conseguenze per le loro economie. Jean – Claude Juncker, per la prima volta, si è espresso in maniera nettamente preoccupata per il futuro a breve termine del vecchio Continente, definendo “sull’orlo della recessione” la situazione europea.

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Mercato auto, 2011 da dimenticare

Il 2011 è stato un altro anno negativo per il mercato auto, con l’Unrae (l’associazione che rappresenta i marchi esteri all’interno della Penisola) che sottolinea addirittura come i volumi di affari riscontrati nell’esercizio appena concluso siano equivalenti a quelli del 1996. Un passo indietro di 15 anni, che rischia inoltre di acuirsi nel corso di un 2012 che si preannuncia particolarmente difficile per le quattro ruote.

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Migliorano i conti pubblici italiani

I conti pubblici italiani stanno migliorando. La notizia, attesissima dalle parti di Roma (ma anche da quelle di Bruxelles) arriva in una mattinata tesa, a margine della quale è stato finalmente possibile trarre qualche sospiro di sollievo sull’andamento del fabbisogno statale, che mostra un deficit in calo rispetto al periodo di confronto precedente, e rispetto a quanto stimato dallo stesso esecutivo.

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Riforma del lavoro, l’opinione di Mastrapasqua

Intervistato dal Corriere della Sera, il presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua ha avuto modo di esprimere una propria opinione sulle principali linee guida che dovranno ispirare la riforma del lavoro appena iniziata. Un’intervista che è partita da un commento riguardo alla “morte” delle pensioni di anzianità, in favore di quelle anticipate e di vecchiaia. “Intanto la novità si farà sentire nel 2013” – esordisce il presidente INPS – “perché quest’anno andranno in pensione coloro che hanno maturato i requisiti nel 2011 e dunque con le vecchie regole.

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