Uno dei settori che ha risentito maggiormente della crisi finanziaria è senz’altro quello dei veicoli per uso privato, ossia auto e moto. Sempre più italiani ricorrono al mercato dell’usato e i grandi marchi non fanno che lamentare drammatici cali di vendite. Insomma dal concessionario ci si va sempre di meno e quando ci si va si chiede un’auto usata. Questo trand si è consolidato nel corso del 2011 visto che rispetto al mese di agosto (quindi in soli 2 mesi) aumenta del 3,1% chi prevede di acquistare un’auto usata piuttosto che una nuova. Ma non solo, diminuisce anche la spesa media prevista per chi pensa di acquistare un’auto nuova che ora si attesta su di una media di circa 14 mila euro (circa 2000 euro in meno rispetto al precendente studio) e le previsioni di acquisto per moto e scooter.
Il governo in Europa per le misure sulla crescita
Ieri Berlusconi ha presentato il piano italiano per favorire lo sviluppo del nostro paese come richiesto dalla stessa Europa che nei giorni passati aveva inviato una lettera al premier chiedendo ri risolvere alcuni nodi ritenuti fondamentali. E così è stato perchè proprio ieri nel pomeriggio la bozza delle misure studiate dal governo in questi 3 giorni di trattative con gli alleati del PDl è finalmente stata resa nota.
Si parla di pensioni che a partire dal 2026 dovrebbero scattare per tutti, donne e uomini, a partire dai 67 anni di età e la possibilità per le aziende di licenziare anche solo per la crisi economica a partire da Maggio 2012.
Ubs, utili sopra le stime
La banca svizzera Ubs, uno dei più importanti istituti di credito al mondo, ha affermato di aver chiuso il trimestre con un risultato netto che va al di là delle aspettative formulate nelle scorse settimane dagli osservatori finanziari di Reuters. Un risultato soddisfacente, reso possibile dalle voci straordinarie di conto economiche, che hanno potuto controbilanciare l’impatto negativo della nota frode di un proprio trader, Kweku Adoboli.
Negli USA 9000 miliardi di liquidità
In questi ultimi mesi abbiamo avuto modo più volte di analizzare la situazione del credito in Italia dove le banche stanno proponendo conti di deposito a tassi molto alti (alcuni offrono oltre il 4% lordo) e hanno chiuso i rubinetti in uscita aumentando gli spread sui mutui e rendendo più severi i controlli sull’erogazione dei finanziamenti.
In America, invece, la tendenza non è proprio in linea con quella italiana. Molte banche americane, infatti, stanno diminuendo i rendimenti dei propri conti di deposito e, in alcuni casi, hanno azzerato proprio tale valore rendendo, di fatto, il rendimento negativo.
Quanto si risparmia in Italia secondo l’Acri
Il risparmio in Italia è un aspetto molto sentito tanto che ben il 44% degli italiani dichiara di avere la necessità di risparmiare per poter vivere sereno. Questo è quanto emerge dal report annuale dell’Acri che testimonia come la crisi economica abbia aumentato la voglia degli italiani di risparmiare. Nel 2010, infatti, gli italiani che dichiaravano di sentire il bisogno di risparmiare erano solo il 41% (con una differenza di 3 punti percentuali rispetto al 2011). Ovviamente tra il dire e il fare c’è molta differenza, al punto tale che di questo 44% solo il 35% riesce realmente a risparmiare (la quota era del 36% nel 2011). La crisi, infatti, produce un effetto molto contrastante: da un lato rende più insicuri (di qui l’aumento della necessità di risparmiare in previsione di periodi di difficoltà) ma, dall’altro, rende sempre più difficile riuscire a far avanzare qualcosa dal budget familiare.
Disoccupazione: l’Italia la peggiore d’Europa
Ancora un triste primato per il nostro paese che si conferma il paese europeo con la più alta disoccupazione giovanile. In Italia, infatti, sono oltre 1 milione e novecento mila i giovani tra i 25 e i 34 anni che sono senza lavoro, una percentuale altissima visto che rappresenta il 26% della popolazione di quella età.
Purtroppo per noi la media europea è di poco inferiore al 16%… una differenza di circa 10 punti percentuali che fa del nostro paese il peggiore di tutta la zona euro (e non solo).