Banche: è crisi di liquidità

Continua il momento di difficoltà delle banche italiane che devono fare i conti con una situazione difficilissima. Gli istituti di credito fanno sempre più fatica a finanziarsi sul mercato per via di quello che viene chiamato “rischio paese”. Uno spread tra BTP e bund tedeschi mostruoso come quello di questi giorni impedisce ai nostri istituti di credito di riuscire a ottenere liquidità a costi ragionevoli.

Noi, a dir la verità, ce ne siamo accorti già da un po, ossia da quando le banche hanno cominciato a proporre ai clienti conti di deposito ad altissimo rendimento (in molti casi ben superiore al 4%). E mancando la liquidità gli istituti di credito non possono far altro che erogare meno finanziamenti e cercare di offrire rendimenti sempre più alti ai risparmiatori.

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Mutui: i tassi tornano a scendere

Finalmente, dopo tante notizie negative per le famiglie italiane colpite duramente da una crisi economica senza precedenti, arriva una buona notizia: i tassi dei mutui tornano a scendere. Dopo il taglio dei tassi decisi dalla BCE di Mario Draghi i primi effetti cominciano a sentirsi.

Come tutti ben sanno, infatti, i mutui a tasso variabile erogati in Italia sono quasi tutti calcolati sull base dell’Euribor che indirettamente subisce l’influenza dei tassi ufficiali della BCE. Venerdì l’Euribor a 3 mesi, quello di riferimento per la maggior parte dei mutui variabili, è sceso di circa 10 punti percentuali passando da 1,58% a 1,48%.

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Diminuiscono i mutui a rata costante

Stando all’ultimo studio di mutui.it sull’andamento delle richieste di mutui in Italia sono in forte calo i mutui a rata costante, prodotto che abbina i vantaggi del tasso fisso (ossia la rata uguale per tutta la durata del finanziamento) a quelli del tasso variabile (ossia il tasso sarà variabile ma andrà a incidere sulla durata del finanziamento).

Tuttavia in un clima di grande incertezza come quello che stiamo attraversando i vantaggi offerti da questi prodotti sembrano non interessare più i clienti degli istituti di credito che di fatto lo richiedono sempre meno.

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Mutui e crisi economica: facciamo il punto

La traballante situazione economica del Paese continua a generare diffidenza nei cittadini italiani e negli istituti di credito. Se da una parte si registrano richieste di mutuo in calo del 23% a settembre (quasi un quarto in meno rispetto allo stesso mese del 2010), dall’altra anche le banche mostrano una maggiore cautela in fatto di finanziamenti e pretendono maggiori garanzie di rientro del capitale.

Come abbiamo già avuto modo di segnalare qualche giorno fa, un’indagine di Mutui.it, relativa agli ultimi 6 mesi del 2011, ha rivelato in particolare che il valore medio dell’importo erogato dei mutui è calato del 20%. I dati sono ancora più allarmanti se si considerano i soli mutui prima casa, il cui importo è diminuito del 24%.

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Mutui: cala la percentuale finanziata

Dopo il dato interessante che vede in crescita l’erogazione dei mutui a Roma e Napoli, oggi arrivano nuovi interessanti dati diffusi da mutui.it sul valore medio dei mutui erogati. Tale valore è sceso del 20% provocando un incredibile calo della percentuale finanziata nell’acquisto dell’immobile.

Questi dati, diffusi appena ieri confermano quanto andiamo sostenendo da diversi mesi, ossia che le banche hanno irrigidito i propri criteri di valutazione cercando di erogare meno finanziamenti.

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Aumentano i tassi dei mutui variabili

Marzo all’insegna dell’aumento dei tassi di interesse per chi ha già o si appresta a sottoscrivere un mutuo a tasso variabile per l’acquisto di un immobile. Torna di moda, quindi, l’eterno dilemma su quale mutuo sia più conveniente scegliere: approfittare della stabilità e della sicurezza del mutuo a tasso fisso oppure optare per i vantaggi nell’immediato del tasso variabile? Ovviamente i sostenitori dell’uno o dell’altro prodotto potrebbero continuare in eterno a discutere su quale mutuo sia più conveniente perchè una scelta sicura al 100% non si può avere. Tuttavia è possibile cercare di analizzare l’andamento dei tassi per capire quali potrebbero essere gli sviluppi nel medio periodo.

In media, infatti, si registra un aumento dei tassi di interesse di o,08 – 0,10 punti percentuali che seppur possano sembrare pochi nel lungo periodo, cioè nel periodo di riferimento di un mutuo, possono rappresentare un aumento consistente.

Ecco tutti i dettagli:

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