Attesa per l’Ipo di facebook

C’è molta attesa, oggi per l’ipo di facebook che in questo modo fa il suo esordio in borsa specialmente dopo che il social network ha annunciato di aaver aumentato il proprio collocamento del 25%, offrendo 3 miliardi di dollari in più di titoli. In effetti intorno a Facebook c’è molto fermento e, sopratutto, l’interesse di tutti visto che il collocamento rischia di diventare la maggiore ipo di una società di tecnologia al mondo battendo perfino il “rivale” (se così possiamo dire) Google. Ovviamente c’è molto interesse anche da parte dei piccoli risparmiatori attirati dalla immensa popolarità del social network e dalla possibilità di veder rivalutati i propri risparmi in un momento così difficile per le piazze finanziarie di tutto il mondo. Insomma per molti facebook rappresenta una novità a cui guardare con interesse.

Per questo abbiamo ritenuto estremamente interessante proporre ai nostri lettori questo breve elenco pubblicato sul Wall Street Journal dedicato ai 7 motivi per non investire in facebook. Già da tempo, infatti, abbiamo sconsigliato ai nostri lettori di investire i propri risparmi sul social network nella fase iniziale della quotazione. Questo perchè, come già successo con molte altre realtà tecnologiche, le quotazioni iniziali vengono rapidamente perse.

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Depositare i soldi all’estero conviene?

Sempre più italiani, spaventati dal deterioramento della crisi economica, stanno valutando di portare i propri risparmi all’estero così da dormire sonni tranquilli qualora la situazione dovesse precipitare. Spesso si parla di piccoli risparmiatori che possono contare su somme di denaro non molto alte. Tuttavia, depositare i propri soldi all’estero comporta il dover affrontare alcune problematiche non indifferenti e, sopratutto, affrontare dei costi. A questo punto quello che viene lecito domandarsi è: ne vale realmente la pena? A questo proposito abbiamo cercato di fare il punto della situazione valutando pro e contro di un eventuale spostamento dei propri risparmi presso un conto bancario in un paese sicuro.

Quello che ci teniamo a sottolineare è che ci sono dei modi del tutto legali di portare i propri soldi all’estero e, pertanto, invitiamo chiunque voglia procedere in questa direzione a rispettarli. Questo perchè qualsiasi strada si decida di percorrere è fondamentale fare le cose rispettando le normative vigenti.

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CDS: per Italia e Spagna è massima allerta

I cds, credit default swap, rappresentano un ottimo parametro per valutare il rischio di un paese specialmente in un contesto difficile come quello che stiamo attraversando. E proprio analizzando i cds dei principali paesi della zona euro si può capire quale sia la possibilità che una tra Italia e Spagna sia la prossima vittima della speculazione. Entrambi i paesi, infatti, sono considerati i punti deboli dell’Europa ossia quelli che risentiranno maggiormente di una probabile uscita della Grecia dall’Euro. Non a caso, proprio nelle ultime ore, qualche analista ha incominciato a ritenere verosimile che, qualora ci fosse una escalation della crisi ellenica entro 24 ore la Spagna potrebbe avere problemi di liquidità per un assalto agli sportelli bancari. Insomma una vera e propria ondata di panico che spingerebbe migliaia di risparmiatori (spagnoli prima e italiani poi) a ritirare velocemente i propri risparmi dai conti correnti bancari.

Per quanto riguarda Italia e Spagna i relativi CDS sono arrivati a quotare ampiamente sopra 500 (quota definita critica) ed esattamente 502 per i cds italiani e 546 per quelli spagnoli. tanto per fare un esempio i cds francesi sono a quota 217. Stesso discorso si può valutare per quanto riguarda lo spread con quello italiano a quota 430-440 punti base e quello spagnolo ormai stabile sopra quota 480 punti.

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Rischio liquidità per le banche Europee?

Mentre la grecia si avvia, sempre più probabilmente, ad una prossima uscita dall’euro comincia la corsa dei cittadini presso gli sportelli bancari per prelevare i contanti in vista di un possibile ritorno alla dracma o, comunque, ad una nuova valuta nazionale. Anche se non si sta ancora assistendo ad un vero e proprio “assalto” la mole di soldi ritirati in un solo giorno non è affatto indifferente (specialmente in rapporto a quanto movimentato giornalmente nel paese): 700 milioni di euro. Ma cosa sta succedendo esattamente in Grecia e in particolare al settore creditizio del paese? Prova a spiegarlo il premio nobel Krugman che, sul suo blog, ha dedicato un interessante articolo all’argomento. Secondo l’economista i greci stanno ritirando i depositi in euro dalle banche abbastanza rapidamente, ma non abbastanza velocemente da poter essere intesa come una vera e propria corsa agli sportelli.

Ma come fanno le banche (da tempo sull’orlo del baratro) ad affrontare questa continua richiesta di denaro? Molto semplicemente gli istituti di credito di Atene stanno prendendo in prestito i soldi necessari dalla banca centrale greca, che a sua volta li deve prendere a prestito dalla Banca centrale europea.

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Contributo SSN: a rischio la detrazione

Una importante novità potrebbe arrivare a breve per gli automobilisti italiani e, in particolare, per chi era solito detrarre il contributo del SSN nel modello 730. Oggi i contributi del SSN (servizio sanitario nazionale) possono essere portati a detrazione recuperando il 19%. La riforma del lavoro attualmente al vaglio del Senato, qualora venisse approvata così com’è, senza modifiche, eliminerebbe questo vantaggio a partire dal prossimo anno. Insomma come al solito una cattiva notizia per i contribuenti italiani costretti a convivere con un fisco sempre più esigente. A questo proposito il sito facile.it ha fatto il punto della situazione calcolando i possibili disagi per gli automobilisti che, con questa agevolazione, potevano recuperare una piccolissima parte del costo dell’assicurazione auto.

Qualora dovesse passare senza modifiche la riforma Fornero, infatti, potrà essere dedotta dalla dichiarazione dei redditi solo la parte dei contributi del servizio sanitario nazionale eccedente i 40 euro. Questo vuol dire che, per contro, chi più paga a più possibilità di portarsi in detrazione il contributo.

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Grecia: si torna alle elezioni

Giornata terribile quella di ieri sui mercati per via del panic selling che si è scatenato sui mercati dopo che è stata diffusa la notizia del mancato accordo tra i partiti della Grecia per la costituzione di un governo tecnico di transizione. Ora il paese dovrà riaffrontare delle nuove elezioni nel mese di Giugno con la grande probabilità che ne escano vittoriosi i partiti antieuropeisti che, non applicheranno le misure imposte dagli organismi internazionali come contro partita degli aiuti. Insomma l’ipotesi di un’uscita veloce di atene dall’euro (ossia entro 2 mesi) sembra essere sempre più certa anche se i risvolti politici ed economici per l’eurozona e per la grecia stessa sono tutt’altro che banali. Le prime stime dei costi da sostenere nel caso l’euro perdesse uno dei suoi stati membri sarebbero altissimi per tutti gli europei e non solo per i greci. Ma, ovviamente, si tratta solo di stime perchè nulla può essere previsto in uno scenario tanto catastrofico come quello che si sta delineando all’interno del vecchio continente.

Il “non sapere a cosa si va incontro” è anche il motivo del panico registrato sui mercati ogni qual volta si parla di Grecia. Anche ieri all’arrivo della notizia di un mancato accordo dei partiti e del ritorno alle urne tutti i mercati hanno girato in negativo con perdite importanti sia in Europa che al di la dell’atlantico. Gli investitori sembrano volersi allontare da tutto ciò che riguarda l’Euro, eccezion fatta per i titoli di stato tedeschi considerati, in questo momento, il bene rifugio per eccellenza (ma sarà davvero così?).

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