Una considerazione piuttosto provocatoria è stata formulata nelle scorse giornate da alcune tra le più importanti associazioni dei consumatori in Italia, Federconsumatori e Adusbef. Le associazioni rappresentative degli interessi degli utenti dei servizi commerciali, bancari e finanziari hanno infatti affermato che Moody’s non dovrebbe essere in grado di emettere alcun giudizio sullo stato di salute dell’economia italiana. Ovviamente la lotta è impari, tanto che sembra di assistere ad un confronto tra Davide e Golia con le associazioni dei consumatori italiani da un lato ed una dei big del rating mondiale dall’altra.
Tuttavia l’azione lanciata dalle associazioni dei consumatori appare più che leggitima: Moody’s, che è ad oggi una delle più importanti agenzie di rating di tutto il mondo, non avrebe infatti la titolarità per operare nel nostro Paese. Titolarità che invece è regolarmente attribuita a nove altre agenzie di rating, meno note della già ricordata Moody’s, che insieme a Standard & Poor’s attende da tempo di poter operare all’interno della Penisola con le proprie sedi.
Ma come mai Moody’s e Standard & Poor’s sono alla porta? La risposta è da ricercarsi in un’inchiesta di natura penale che la Procura della Repubblica di Trani sta svolgendo nei confronti delle due agenzie di rating di cui sopra. All’interno dell’indagine, il sospetto che le due agenzie abbiamo diffuso dei report contenenti dati fasulli, nel corso degli scorsi mesi.
Le due agenzie, pertanto, sono ancora in attesa di ricevere l’autorizzazione EMEA per effettuare transazioni all’interno dei confini italiani. Pertanto, secondo le due associazioni di cui sopra, sia Moody’s che Standard & Poor’s non potrebbero valutare l’Italia, né esprimere rating sul debito sovrano.
Difficilmente Moody’s si farà impaurire dalle dichiarazioni di Federconsumatori e Adusbef. È pertanto possibile che l’agenzia, come paventato, si esprima nei confronti del rating italiano portandolo in pericoloso ulteriore ribasso. Proprio per questo diversi economisti europei lanciano l’allarme sottolineando come ci sia la necessità di alleggerire il potere delle società di rating se non altro anche solo perchè le 3 più importanti al mondo sono tutte americane. Il conflitto di interessi è servito!