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Bonus 80 euro confermato anche per il 2015

stipendiTra i provvedimenti più attesi (sicuramente, il più costoso) della Legge di stabilità del 2015, vi è certamente quello indicato nell’art. 4 del disegno di legge, rubricato “Stabilizzazione bonus 80 euro). Come intuibile, l’articolo contiene la conferma a regime degli 80 euro aggiuntivi in busta paga, con un’entità personalizzata a seconda del reddito complessivo.

In particolare, qualora il reddito complessivo non sia superiore ai 24 mila euro, il bonus verrà erogato in 960 euro annui. Il bonus è di 960 anche se il reddito complessivo è superiore a 24 mila euro ma non a 26 mila euro, anche se in questo caso il credito – sempre rapportato al periodo di lavoro nell’anno – spetta per la parte corrispondente al rapporta tra l’importo di 26 mila euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 2.000 euro.

Il comma 2 dell’art. 4 della Legge di stabilità afferma inoltre che il credito eventualmente spettante è riconosciuto in via automatica dai sostituti di imposta sugli emolumenti corrisposti in ciascun periodo di paga, rapportandolo al periodo stesso. Le somme erogate sono recuperate dal sostituto d’imposta mediante l’istituto della compensazione.

Viene inoltre precisato che gli enti e le amministrazioni dello Stato possono recuperare le somme erogate anche mediante riduzione dei versamenti delle ritenute e, per l’eventuale eccedenza, dei contributi previdenziali. In questa ultima ipotesi l’Inps e gli altri gestori di forme di previdenza obbligatoria interessati, recuperano i contributi non versati alle gestioni previdenziali rivalendosi sulle ritenute da versare mensilmente all’Erario.

Ancora, è stabilito che con riferimento alla riduzione dei versamenti dei contributi previdenziali conseguente all’applicazione di quanto previsto dalla legge, rimangono in ogni caso ferme le aliquote di computo delle prestazioni. L’importo del credito riconosciuto è indicato nella certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente e assimilati (CUD).

Stando a quanto precisato dallo stesso presidente del Consiglio dei ministri, l’intervento di conferma del bonus 80 euro per tutti coloro i quali percepiscono un reddito annuo non superiore ai 24 – 26 mila euro, ha un costo pari a 9,5 miliardi di euro. Ovvero, in termini eccessivamente (forse) esemplificativi, buona parte di quanto l’Italia andrà a “finanziare” attraverso il deficit (11 miliardi di euro).

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