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Alitalia in crisi: 1 miliardo per trarla nuovamente in salvo

Per tornare in quota Alitalia ha bisogno di raggranellare un altro miliardo di euro. Tra debiti contratti e rilancio necessario, la salvezza del gruppo italo-arabo passa per un nuovo intervento shock. L’intervento a gamba tesa dei business man di Abu Dhabi non sembra aver sortito gli effetti sperati su Alitalia, che dopo un periodo-tampone si ritrova a dover fare i conti con una grave crisi interna: la compagnia perde infatti oltre un milione di euro al giorno.

Al momento i soci non se la sentono di sbilanciarsi sulla possibilità di un cambio al vertice, ma nei corridoi dell’azienda c’è chi osa fare nomi di manager che recentemente hanno già guidato il gruppo riuscendo a portarlo al pareggio operativo. Alla luce di ciò, intanto si attende il piano che Cramer Ball, amministratore delegato del gruppo, illustrerà in ogni suo minimo dettaglio al board di Alitalia verso la fine di gennaio. Questo è il primo step previsto dalla line up aziendale, visto che si vuol tentare di tutto tranne che di dover bussare troppo presto alle porte di Palazzo Chigi (che tra l’altro nelle ultime settimane ha risposto timidamente alle richieste di aiuto da parte del management).

Difatti il governo almeno su una cosa era stato chiaro: prima di parlare di un (nuovo) intervento dello Stato, i ministri dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e dei Trasporti Graziano Delrio avevano chiesto di poter visionare un piano industriale credibile che potesse ricevere l’approvazione da parte di tutti i soci. Il piano, già presentato al governo, non è tuttavia piaciuto. Il ministro Calenda ha parlato di “un’azienda che non funziona e gestita male”, mentre il presidente del vettore Luca di Montezemolo ha risposto che per quanto ci siano stati degli errori, il piano che verrà proposto ai soci entro fine mese dovrebbe poter rimettere in sesto i conti.

Quando si parla di “rimettere i conti in equilibrio” c’è sempre lo spettro dei licenziamenti dietro l’angolo, per cui anche l’attenzione da parte dei sindacati è massima. La scure di Ball dovrebbe portare infatti 1.100 esternalizzazioni per gli impiegati, 500 esuberi e 360 tra piloti e hostess dati in prestito alle altre compagnie che fanno parte dell’universo Etihad: già solo con il taglio di 2mila dipendenti si potrà tornare a ragionare di minori costi. In questo modo Alitalia arriverebbe a 11mila dipendenti, lo stesso numero vantato dall’agguerritissima Ryanair.

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