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Come sarà l’economia italiana nei primi sei mesi del 2020?

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Il consenso tra i principali osservatori economici è che l’Italia emergerà fortemente dal rallentamento economico che l’ha tenuta in scacco sin dall’emergere della pandemia di coronavirus all’inizio di quest’anno. Ma esiste ancora un’idea chiara di quanto tempo ci vorrà affinché la ripresa economica le farà guadagnare forza.

I rapporti pubblicati negli ultimi due mesi da 19 principali organizzazioni multilaterali, banche di investimento, economisti, gruppi di riflessione, agenzie di rating e altri osservatori prevedono che l’economia italiana si contrarrà di circa l’11% nel 2020. Prima della pandemia di coronavirus, la maggior parte degli osservatori erano convinti che l’economia sarebbe cresciuta dello 0,5% nel 2020.

Tra le autorità che hanno azzardato una previsione, tra cui il Fondo monetario internazionale, la Banca d’Italia, la Commissione europea, l’ISTAT e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), quella più ottimista arriva da Confindustria, che ha previsto una contrazione del 6% rispetto al 2019, mentre quella meno ottimista è dell’OCSE, con un modello che prevede che l’economia italiana potrebbe ridursi fino al 14%.

Se dovesse realizzarsi lo scenario più ottimista, sarà la più grave contrazione economica da quando l’Italia emerse dalla seconda guerra mondiale. La crescita negativa più grave prima del 2020 è arrivata sulla scia della crisi economica mondiale, nel 2009, quando il tasso di crescita economica è sceso a -5,3%.

Alcuni economisti affermano che la gravità dell’attuale crisi economica rende difficile per i modelli economici prevedere con precisione cosa accadrà nei prossimi mesi. Siccome è una crisi senza precedenti, i modelli non funzionano correttamente. Azzardando il più possibile, la crescita negativa per l’Italia nel 2020 sarà del 13,3%, con proiezioni per il 2021 che parlano di una crescita del 9,7%, livello mai visto nel Paese dal boom economico postbellico degli anni ’50.

Questo dato estremamente positivo prenderebbe forza dalla forte ripresa delle esportazioni e della produzione industriale. Nonostante questo consistente tasso di crescita, l’economia italiana riuscirà solo in parte a recuperare ciò che perderà quest’anno.

Nel primo trimestre del 2020, l’ISTAT ha dichiarato che l’economia si è contratta del 5,3% rispetto allo stesso periodo del 2019 e le stime preliminari degli osservatori economici interni prevedono che si ridurrà fino al 21,9% nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Secondo Francesco Daveri, professore di macroeconomia presso la School of Management dell’Università Bocconi, le stime sulla contrazione economica dell’11% per l’intero anno si basano su una ripresa nella seconda metà del 2020.

“Penso che nei prossimi mesi assisteremo ad un riequilibrio dell’economia”, ha dichiarato Daveri. “Non sarà lo stesso in tutti i settori. Per l’industria del turismo è un anno perso, mentre alcuni settori dell’esportazione continueranno a soffrire man mano che gli altri partner commerciali emergeranno dai loro problemi economici. Sono però convinto che inizieremo a vedere segnali positivi nella seconda metà del 2020”.

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