500 mila italiani in cassa integrazione a 0 ore

E’ di mezzo milione di unità il numero degli italiani che attualmente vivono in una condizione di cassa integrazione a zero ore. A dircelo è la Cgil, tramite il suo osservatorio Cig del dipartimento settori produttivi, che “certifica” di fatto la criticità del mercato occupazionale italiano per quanto concerne il ricorso alla cassa integrazione. Ancora, l’osservatorio afferma come nel corso del 2011 siano state registrate circa 950 milioni di ore di cassa integrazione (poco meno di 1,2 miliardi di unità rispetto all’anno precedente), per un totale di 3,4 miliardi di ore negli ultimi tre anni di crisi.

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Conti pubblici, nuovo miglioramento per l’Italia

Lentamente, ma in maniera che inizia ad essere apprezzabile per continuità, i conti pubblici italiani iniziano a migliorare. Secondo quanto afferma l’ultimo report dell’Istat, infatti, durante il terzo trimestre del 2011 il rapporto tra il deficit e il Prodotto Interno Lordo sarebbe sceso al 2,7%, con il saldo primario pari all’1,7%, per il dato migliore dal 2008 a questa parte. Anche in questo caso, ad onor di cronaca, ci preme segnalare come in realtà il miglioramento non sia ancora frutto della manovra Monti (considerato che gli elementi statistici si riferiscono al terzo quarto del 2011), della quale, pertanto, attendiamo ancora i risvolti positivi in termini macroeconomici.

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Unione fiscale, Monti strappa deroga di 1 anno

Il Trattato Europeo sta prendendo lentamente forma, in vista del summit europeo del 30 gennaio. Stando alle più recenti indiscrezioni, il premier Monti avrebbe spuntato una deroga piuttosto importante su uno degli elementi più significativi della bozza, relativa all’entrata in vigore dei nuovi parametri di correzione del debito, che andranno in applicazione dal 2014 anziché dal 2013. La variazione ottenuta da Monti è di estrema importanza per quanto concerne lo stato di salute dei conti pubblici italiani.

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Farmacie: le soluzioni al vaglio del governo

Il tema delle liberalizzazioni, che sta letteralmente infiammando le associazioni di categoria, potrebbe portare a delle interessanti sorprese per i cittadini italiani. In particolare stanno generando molto clamore quelle relative alle farmacie, un tema estreamente delicato per il quale il quale il governo sta valutando delle soluzioni di compromesso davvero molto interessanti. La più probabile è quella che vede un aumento dei punti vendita specialmente in prossimità di areoporti, stazioni ferroviarie e autostrade, ossia in tutti quei luoghi ad alto transito dove oggi scarseggiano i punti vendita. La norma al vaglio del governo prevederebbe delle novità importanti anche per quanto riguarda le vendite dei medicinali di classe C, il tutto finalizzato ad aumentare la concorrenza per portare ad una maggiore e migliore offerta per i cittadini.

Tuttavia le associazioni dei farmacisti stanno facendo delle fortissime pressioni per “limitare i danni” su quelli che, ovviamente, sono gli interessi da imprenditori di una categoria che svolge un ruolo chiave nella vita della collettività. Ma quali vantaggi potrebbero esserci da una liberalizzazione del settore farmaceutico per noi comuni cittadini?

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Tobin Tax, Cameron dice no

La Tobin Tax non s’ha da fare. Almeno, stando a quanto ritiene il premier britannico David Cameron, che alla sola idea di introdurre una normativa unica sulla tassazione delle rendite finanziarie, non sembra esser propenso ad effettuare le opportune aperture. Durante una recente intervista alla Bbc, Cameron ha infatti chiuso le porte in faccia a Sarkozy & soci: “Se i francesi vogliono introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie nel loro Paese” – ha affermato il premier britannico – “dovrebbero essere liberi di farlo.

Ma l’idea di una nuova tassa europea, quando quella stessa tassa non verrà introdotta in altri luoghi, non penso sia logica e la bloccherò”.

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Lavoro: gli italiani sono i più scoraggiati

In Europa sono oltre 8 milioni le risorse professionali che – pur essendo disponibili a lavorare – hanno da tempo rinunciato a trovare un impiego. Una lunga fila di scoraggiati che, secondo quanto afferma un recente report condotto dall’Eurostat, vedrebbe la propria composizione colorata a forti tinte tricolori. Stando alle analisi compiute dall’osservazione dell’Istituto statistico europeo, infatti, sugli 8,2 milioni di lavoratori europei che risultano arricchire le schiere degli scoraggiati, circa un terzo sarebbe italiano (2,7 milioni).

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