Sull’onda dei recenti scandali finanziari con i partiti scoperti a rubare soldi pubblici a più non posso il governo si è deciso, finalmente, ad approvare in Consiglio dei ministri, il decreto legge sul taglio dei costi della politica per gli enti locali. Tra le misure più importanti contenute all’interno del documento segnialiamo lo stop ai vitalizi facili, il taglio ai compensi e la riduzione delle poltrone. Ora, ovviamente, è necessario che tutto ciò venga approvato dal parlamento nel più breve tempo possibile con la speranza che l’attenzione mediatica resti alta evitando che la questione finisca nel dimenticatoio. Quello che è stato scoperto nelle ultime settimane, infatti, è di una gravità assoluta per 2 motivi: il primo è il danno economico incalcolabile al paese (si stima che la corruzione e le ruberie costino qualcosa come 70-80 miliardi l’anno) in un momento come quello attuale in cui si chiedono immensi sacrifici ai cittadini per risanare i conti pubblici, il secondo è l’assoluta arroganza con cui avvengono queste ruberie.
Il tutto ci rende un paese assolutamente non sviluppato e tanto meno democratico. Un paese in cui un consigliere regionale può arrivare a guadagnare più del Presidente degli Stati Uniti mentre nelle scuole manca la carta igienica per i bambini perchè i soldi non ci sono.