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Arriva il decreto che taglia i costi della politica

Sull’onda dei recenti scandali finanziari con i partiti scoperti a rubare soldi pubblici a più non posso il governo si è deciso, finalmente, ad approvare in Consiglio dei ministri, il decreto legge sul taglio dei costi della politica per gli enti locali. Tra le misure più importanti contenute all’interno del documento segnialiamo lo stop ai vitalizi facili, il taglio ai compensi e la riduzione delle poltrone. Ora, ovviamente, è necessario che tutto ciò venga approvato dal parlamento nel più breve tempo possibile con la speranza che l’attenzione mediatica resti alta evitando che la questione finisca nel dimenticatoio. Quello che è stato scoperto nelle ultime settimane, infatti, è di una gravità assoluta per 2 motivi: il primo è il danno economico incalcolabile al paese (si stima che la corruzione e le ruberie costino qualcosa come 70-80 miliardi l’anno) in un momento come quello attuale in cui si chiedono immensi sacrifici ai cittadini per risanare i conti pubblici, il secondo è l’assoluta arroganza con cui avvengono queste ruberie.

Il tutto ci rende un paese assolutamente non sviluppato e tanto meno democratico. Un paese in cui un consigliere regionale può arrivare a guadagnare più del Presidente degli Stati Uniti mentre nelle scuole manca la carta igienica per i bambini perchè i soldi non ci sono.

Allo stesso modo fa infuriare l’arroganza dei politici scoperti “con le mani nella marmellata” i quali pensano solo a ricandidarsi alle prossime elezioni per poter continuare i propri sporchi giochetti…non c’è nessuna assunzione di responsabilità, nessuna dignità nel chiedere scusa per l’accaduto, nessuna volontà di farsi da parte.

Ma tornando all’oggetto stesso del decreto vediamo in sostanza quali sono le misure più importanti che verranno introdotte:

1) Vitalizi: Il decreto stabilisce che i vitalizi scatteranno solo superati i 66 anni di età e solo per chi avrà ricoperto la carica di presidente della Regione, di consigliere regionale o di assessore regionale per almeno 10 anni.

2) Compensi: I compensi dei consiglieri e degli assessori non potranno eccedere il livello di retribuzione riconosciuto dalla Regione più virtuosa. Il decreto, inoltre, vieta il cumulo di indennità ed emolumenti. Previste misure molto dure per le Regioni che non introdurranno il sistema di controllo di spesa. Queste saranno sanzionate prima con un taglio fino all’80% dei trasferimenti dello stato e, in caso di recidiva, con lo scioglimento del Consiglio. Il decreto, infine, abolisce i finanziamenti ai gruppi composti da un solo consigliere e riduce fino al 50% i finanziamenti a favore dei gruppi consiliari, dei partiti e dei movimenti politici.

3) Pareggio di bilancio: gli enti locali devono puntare al pareggio di bilancio, chi non ci riuscirà potrà far fronte alle sole spese per i servizi previsti per legge.

4) Riduzione delle poltrone: viene ridotto drasticamente il numero di posti come consigliere e assessore disponibili presso gli enti locali.

Questi, in estrema sintesi, i punti più significativi del decreto. Ovviamente ciò non basta a risolvere i problemi di corruzione e ruberie ormai radicati nel tessuto della politica e, in particolare, degli enti locali ma, al contrario, rappresenta un primo, piccolissimo passo. Per questo riteniamo sia fondamentale mantenere alto il livello di attenzione mediatica sull’argomento per far si che il governo e i partiti siano costretti ad andare in questa direzione.

1 commento su “Arriva il decreto che taglia i costi della politica”

  1. La cattiva politica sta condizionando le nostre menti e plagiando i nostri comportamenti. Abbiamo una classe “dirigente” che volente o nolente, ha una cassa di risonanza e un potere d’influenza senza paragoni. Si sente nell’aria la voglia di prevaricare e sovrastare il prossimo, fingendoci e truccandoci da furbi quali non siamo. E si diventa cattivi. Manca il rispetto per la sensibilità altrui, per la persona altrui e soprattutto per il lavoro altrui. Le persone non vengono pagate quanto dovrebbero per i propri sforzi, si discute su tutto e ci si compromette economicamente senza paracadute. In un attimo si diventa protestati e si cercano prestiti che nessuno mai concederà, a meno che non si abbia del credito, un lavoro statale o un immobile a garanzia: se l’avessimo avuto non ci umilieremmo agli sportelli bancari. Così si confrontano prestiti e relativi preventivi per cercare la soluzione meno umiliante.

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