Prestiti flessibili: cosa cambia rispetto a prima?

Ultimamente si fa un gran parlare di prestiti flessibili. Ma cosa sono esattamente? E cosa offrono di diverso rispetto ai normali finanziamenti che siamo stati abituati a trattare fino ad oggi? Con la crisi economica sono cambiate le necessità delle famiglie e, di conseguenza, l’approccio che le stesse hanno con il credito. Se fino a qualche anno fa si chiedeva un finanziamento solo per affrontare una spesa importante, oggi lo si richiede per affrontare la normale vita quotidiana e tutti i costi che essa comporta. Ma il vero punto è questo: le famiglie hanno paura di chiedere un finanziamento perchè non sanno se riusciranno a pagarlo. Secondo la Crif nel 2011 la domanda di prestiti è calata del 4,7%. Proprio per questo gli istituti di credito hanno ideato i, cosidetti, prestiti flessibili, ossia dei finanziamenti in grado di adattarsi alle esigenze del momento dei singoli clienti.

In teoria questi finanziamenti dovrebbero consentire ai clienti di modificare l’importo della propria rata in caso di difficoltà finanziarie improvvise. In sostanza questi prodotti prevedono un piano di rimborso modificabile sia per quanto riguarda l’importo della rata che per quanto riguarda la durata del finanziamento stesso. Non di rado, poi, vi è la possibilità di saltare 1 o più rate (che verranno recuperate alla fine del finanziamento) qualora si debbano affrontare dei problemi di natura economica.

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Bancarotta: tutele per chi non riesce a pagare i debiti

E’ stato approvato, dal consiglio dei ministri, il disegno di legge che regola e tutela la bancarotta individuale. Da oggi in poi i soggetti che non riusciranno a far fronte ai propri debiti non si vedranno più pignorati i propri beni. Il giudice, infatti, potrà decidere di avviare una ristrutturazione del debito evitando così la bancarotta o procedere alla liquidazione dei beni di proprietà. Un doppio percorso che consentirà a chi ha stipulato debiti in linea con il proprio reddito di far fronte ad un momento di necessità. il provvedimento, infatti, servirà a tutelare i, cosidetti, “debitori onesti” penalizzando quelli che, invece, hanno contratto deliberatamente più debiti di quanto non fossero in grado di sopportare.

In poche parole verrà tutelata la persona che, lavorando, ha accesso finanziamenti in linea con il proprio reddito. Qualora la stessa persona perdesse il lavoro, subisse un taglio al proprio stipendio o dovesse divorziare dal proprio partner potrà avvalersi, non potendo più far fronte ai propri debiti, delle 2 nuove possibilità previste dalla legge: la composizione e la liquidazione.

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La crisi fa aumentare i prestiti per liquidità

A che punto sia la crisi e lo stato di salute dell’economia reale del nostro paese si può evincere anche dai dati diffusi nell’ultimo rapporto mensile di prestiti.it. Stando a quanto rilevato dal noto comparatore di finanziamenti aumentano dell’11,4%, su base annuale,le richieste di prestiti per liquidità mentre calano in maniera significativa i finanziamenti finalizzati, come quelli per l’acquisto di un’auto (che fanno registrare -6,5%) o quelli relativi all’acquisto di beni strumentali per le attività professionali (con un calo del 50%). Insomma quando si chiede un finanziamento lo si fa per ottenere liquidità, magari per affrontare delle spese relative alla vita di tutti i giorni, e non per acquistare prodotti o servizi come avveniva in passato. Questo, ovviamente, è un dato estremamente penalizzante per l’economia italiana in quanto sempre di meno si accede al credito per acquistare, rendendo ancora più critica la situazione delle imprese che vedono diminuire di mese in mesi gli ordinativi.

Un altro dato estremamente interessante che emerge dall’analisi condotta su oltre 30 mila richieste di prestiti è quello relativo all’importo mediamente richiesto. Si passa dai 17.550 euro di un anno fa ad un media di 11.500 di oggi. A dominare la classifica delle richieste di finanziamenti sono sempre gli uomini che rappresentano il 72% del totale con un’età media di 41 anni.

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Prestiti: le famiglie si affidano ai parenti

Come abbiamo avuto modo di sottolineare in più occasioni ottenere un prestito oggi è diventato molto più difficile e costoso di quanto non fosse 12 mesi fa. Le banche, ancora per effetto della crisi, stentano a riaprire del tutto i rubinetti e, sopratutto, ad abbassare lo spread applicato ai principali finanziamenti. Per questo, secondo una recente indagine, emerge che gli italiani si affidano sempre più spesso alla famiglia in caso di necessità. Aumentano, quindi, i prestiti tra parenti e familiari con cui si riesce a sopperire all’impossibilità di accedere al credito di milioni di italiani. Prestiti che sempre più spesso vengono chiesti non per acquistare un bene o un servizio (pensiamo all’acquisto di un’auto o alla ristrutturazione della casa) ma per affrontare le normali spese quotidiane diventate oramai insostenibili.


Questo, secondo il direttore generale di Crif, Enrico Lodi, sta innescando un circolo vizioso in cui “mentre le banche cercano di contenere le sofferenze, le famiglie rinviano le spese non indispensabili e sono frenate negli acquisti”. Questa situazione estremamente delicata dovrebbe andare avanti ancora per gran parte del 2012 e si potrà risolvere in maniera definitiva solo se l’Europa riuscirà ad allentare la tensione sul debito sovrano dei singoli stati e, di conseguenza, la pressione sulle banche che in questo caso torneranno ad erogare il credito con una certa fluidità.

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Prestiti: l’11% è per consolidamento

Questo è quanto emerge dal report di prestiti.it. Il famoso portale di comparazione delle offerte di finanziamento ha riscontrato, nel corso dello scorso anno, un forte aumento delle richieste dei prestiti di consolidamento, ossia di quei prestiti utilizzati per sostituire altri finanziamenti in corso. Secondo lo studio effettuato sulle oltre 2 milioni di richieste arrivate alle banche tramite il portale ben l’11% riguardava il consolidamento debiti. Questo aspetto, secondo il responsabile del sito Marco Giorgi, rispecchia la condizione di difficoltà delle famiglie italiane sempre più schiacciate dalla pressione delle rate dei vecchi finanziamenti, sottoscritti in momenti di maggior benessere. Spesso, infatti, con i prestiti di consolidamento si trasformano più finanziamenti accesi in tempi diversi in un unica rata molto più leggera perchè diluita su una tempistica maggiore.

Inoltre, spesso, oltre a richiedere la somma necessaria ad estinguere i vecchi finanziamenti si riesce ad ottenere anche una piccola somma aggiuntiva come liquidità da poter utilizzare per le proprie spese personali. Tuttavia di tutte le domande pervenute solo una parte di queste è stata accettata dalle banche (si parla di circa 170 mila domande accettate su oltre 220 mila pervenute).

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Crif: Prestiti ancora in calo

Scendono i consumi e, di conseguenza, anche le richieste di prestiti da parte delle famiglie. Secondo Crif, la famosa società che gestisce l’intero sistema di informazioni creditizie, nei primi 9 mesi del 2011 ci sarebbe stata una riduzione delle richieste di prestiti da parte delle famiglie pari al 3,7%. Se, poi, si va ad analizzare la somma complessiva degli importi richiesti il dato registrato è ancora più alto: -6,5%. Secondo gli analisti di Crif ciò si deve alla profonda incertezza che attanaglia le famiglie italiane che non se la sentono più di accollarsi ulteriori finanziamenti oltre a quelli già in essere per la casa. Insomma in un contesto come quello attuale, se si può, si fa a meno di richiedere un prestito che poi andrebbe a gravare sul budget mensile già fortemente provato per via della perdita di potere di acquisto registrata negli ultimi 12 mesi.

Come era semplice prevedere il calo maggiore è stato registrato dai prestiti finalizzati, ossia quei prestiti con cui si affronta una spesa ben precisa come l’acquisto di un’auto o di un elettrodomestico. In media i prestiti finalizzati hanno fatto registrare una riduzione del 4,4% (9,3% se analizziamo la somma degli importi richiesti).

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