Parlamento tedesco vota si al piano salvastati

Oggi le borse avevano aperto in netto calo confermando il trand negativo di ieri. Tuttavia dopo le prime contrattazioni qualcosa si era mosso facendo tornare i listini, seppur di poco, con il segno + in attesa del tanto discusso voto del parlamento tedesco sull’aumento del piano “Salva stati” che dovrebbe servire a scongiurare l’effetto domino di un probabile default della Grecia. Si tratta di una notizia che il mercato aspetta con ansia perchè dal giudizio tedesco dipenderà l’esito della crisi del paese ellenico e la possibilità di scongiurare l’eventuale contagio anche agli altri paesi del mediterraneo.

Proprio questa attesa si è concretizzata con l’andamento nervoso delle principali piazze europee che, di fatto, davano grande importanza al voto proprio per il ruolo dominante svolto dalla Germania in questo momento di gravissima crisi internazionale.

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Piazza Affari chiude in negativo a -0,47%

Dopo un lunedì e un martedì all’insegna del segno più tutte le principali piazze europee hanno chiuso la giornata di ieri in perdita. La peggiore è stata Francoforte che ha perso poco più dell’1%, mentre Piazza Affari si è fermata allo 0,47% trainata da titoli come Tod’s (che perde il 2,75%) e Tenaris (-4,42%).

Tra i titoli che hanno fatto registrare buone performance, invece, segnaliamo lottomatica (+2,54%). Tuttavia è stata una giornata molto indicativa anche per i titoli bancari.

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Consumi: è boom di prodotti economici

Ne avevamo già parlato in questi giorni ma ad ogni nuovo rapporto, studio, indagine di mercato si possono scoprire aspetti diversi della crisi economica in corso. Gli italiani consumano poco, molto poco e questa non è di certo una novità. Tuttavia secondo l’ultimo studio condotto dalla Nielsen, infatti, si scopre che i consumi dei prodotti di fascia media diminuiscono, mentre aumentano quelli di fascia economica e di alta gamma. Un segno piuttosto significativo di come gli allarmi lanciati negli scorsi mesi sull’aumentare della forbice tra classi sociali sia stato tutt’altro che infondato.

Insomma quello che è facile intuire è che chi prima godeva di un discreto benessere ora fatica ad arrivare a fine mese, mentre chi poteva spendere ora può farlo come e più di prima. Un divario tra chi sta bene, anzi benissimo e tutti gli altri che hanno sempre meno che va facendosi sempre più marcato non solo in Italia ma anche all’estero.

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Le borse rimangono appesa al filo della crisi ellenica

L’incertezza rimane alta sui mercati finanziari e gli operatori di trading si trovano di fronte ad una crisi economica di proporzioni sempre maggiori. Le banche europee sono estremamente intimorite da un aggravarsi della crisi del debito sovrano, diffusa ormai tra tutti i principali Stati membri dell’ Unione Europea, capace di intaccare non solo il sistema bancario ma anche l’economia reale del Vecchio Continente.

I governi non sembrano sufficientemente uniti per trovare una soluzione all’imminente sesta tranche da 8 miliardi di euro di aiuti alla Grecia prevista per il 3-4 ottobre; Olli Rehn, portavoce del commissario UE agli Affari economici, ha infatti dichiarato che «la troika sta ancora verificando l’attuazione di tutti gli impegni da parte del governo greco» e che ciò «difficilmente potrà avvenire entro le riunioni di Lussemburgo».

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S.&P. taglia il rating a 7 banche italiane

Dopo aver abbassato il rating al debito italiano da A+ ad A questa volta Standard and Poor’s ha deciso di tagliare il rating a 7 istituti di credito del nostro paese e ha cambiato l’outlook sul rating di 15 banche in tutto. Ovviamente la decisione è una conseguenza del cattivo giudizio sul debito italiano al quale le banche sono strettamente collegate. Il rialzo dello spread dei nostri titoli di stato, infatti, porterà diverse penalizzazioni anche per gli istituti di credito del nostro paese. Inoltre il taglio di rating renderà più difficile reperire liquidità sul mercato.

Insomma un periodo non buono per il nostro paese che ieri ha chiuso ancora una volta in negativo la giornata borsistica.

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FMI taglia le stime di crescita dell’Italia

Era attesa con ansia e finalmente ieri nel pomeriggio è giunto il report del Fondo monetario Internazionale che analizzando la scenario economico internazionale dedica molta cura anche all’analisi della difficile situazione dell’economia italiana.

E i dati che si possono ricavare non sono certo positivi visto e considerato che che di fatto l’FMI dimezza le stime di crescita per il 2011 portandole allo 0,6% mentre quelle per il 2012 sono ancora più negative: 0,3%.

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