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Liberalizzazioni: le proteste di Confesercenti

Ancora polemiche sul delicato discorso delle liberalizzazioni con la Confesercenti che si dice preoccupata delle misure che il governo vuole attuare in materia. Secondo l’associazione le liberalizzazioni potrebbero costare circa 4 miliardi di fatturato in meno da qui al 2015 per via della chiusura a cui saranno costrette oltre 70 mila piccole e medie imprese con un danno per l’occupazione stimabile intorno ai 190 mila licenziamenti. Secondo Confesercenti queste misure non faranno altro che agevolare la Grande Distribuzione rispetto ai piccoli commercianti che, fino ad oggi, hanno rappresentato l’anima dell’economia italiana.

Secondo il presidente Venturi le vendite dei piccoli negozi sono diminuite del 16% dal 2006 ad oggi, mentre quelle della grande distribuzione sono diminuite del 7,2%. Per questo le liberalizzazioni non farebbero altro che avvantagiare i grandi gruppi a discapito dei piccoli commercianti senza per questo migliorare l’economia del paese.


Venturi ribadisce, citando il settore alimentare dove le piccole attività sono pressochè sparite, che il rischio è quello di vedere aree metropolitane semi deserte perchè gli acquisti si sposteranno sempre di più nei grandi centri commerciali con danni pesantissimi all’economia.

Ma è davvero così? Le liberalizzazioni sono un bene o un male per l’economia e per i consumatori?

Ovviamente, a prescindere dalle liberalizzazioni, la tendenza è quella di una forte crescita della grande distribuzione ma, anche, delle vendite online che ancora oggi vengono ampiamente sottovalutate da moltissime piccole attività. I dati, in effetti, dimostrano che non sono le liberalizzazioni a costringere alla chiusura le piccole attività ma è il cambiamento degli usi e delle abitudini dei consumatori che ha colto impreparate le PMI.

Le piccole attività, per riuscire a salvarsi, devono puntare sulla specializzazione offrendo prodotti di nicchia e garantendo un’assistenza al cliente migliore di quanto non possa fare un negozio della Grande distribuzione.

Pensiamo, ad esempio, al settore alimentare utilizzato anche dal presidente della Confesercenti per esporre le proprie tesi. Per un piccolo negozio pensare di poter fare concorrenza ad un supermercato offrendo gli stessi prodotti allo stesso prezzo è impensabile. I pochi che sono riusciti ad andare avanti sono quelli che hanno saputo rimodellare il proprio business puntando su pochi prodotti specifici e offrendo altissima qualità e un’assistenza professionale al cliente.

Le liberalizzazioni sono un bene per l’economia perchè garantiscono maggiore concorrenza e la possibilità per i consumatori di acquistare i prodotti a condizioni migliori. Sta alle piccole e medie imprese del settore riuscire a rielaborare il proprio business per renderlo attuale rispetto alle nuove esigenze dei consumatori.

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