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Facebook: MS rivede le stime di crescita

La rocambolesca quotazione di Facebook sui listini del Nasdaq si è rivelata, per il momento, un flop. Tra le cause di questo flop sembra ci sia anche un cambio di visione di Morgan Stanley che, nel bel mezzo dell’Ipo, ha deciso di rivedere al ribasso le stime di crescita del social network. Questa indiscrezione, che ha dell’incredibile, è stata pubblicata dal Wall Street Journal e sembra dare conferma a quanto da noi sostenuto fino a pochi giorni prima della quotazione del social network. Secondo quanto riportato dal prestigioso quotidiano il cambiamento nelle stime di Morgan Stanley è avvenuto in seguito al deposito di Facebook di un prospetto presso la US Securities and Exchange Commission (detta anche SEC, ossia l’equivalente della nostra Consob). In questo propsetto la società di Zuckerberg ha espresso cautela circa la crescita dei ricavi nei prossimi mesi a causa di un veloce spostamento degli utenti sui dispositivi mobili che, al momento, risultano essere molto meno redditizi.

Insomma cominciano ad esserci forti dubbi sulle perfomance che Facebook sarà in grado di ottenere nei prossimi mesi/anni e, sopratutto, se il suo sarà un business sostenibile oppure oggetto di una moda passeggera destinata ad esaurirsi nell’arco di qualche anno come già successo in passato per altri prodotti simili sul web. Al momento, infatti, gli analisti hanno forti dubbi su quale sia il possibile sviluppo futuro del business di Facebook che, ad oggi, è basato quasi interamente sugli introiti pubblicitari.
Continuando con la lettura delle notizie riportate dal Wall Street Journal, Morgan Stanley avrebbe tagliato la sua stima sia per i ricavi del trimestre in corso si per l’intero 2012. Quello che più appare insolito è che la proiezione delle minori entrate è avvenuta poco prima che il prezzo dell’IPO venisse fissato a 38 dollari per azione (ossia il valore più alto della fascia di riferimento di 34 – 38 dollari), e prima che Facebook aumentasse il numero di azioni messe in vendita del 25 per cento.

Il risultato, ovviamente, è stato molto deludente con la giornata di venerdì che si è chiusa leggermente sopra il prezzo di apertura per poi crollare nella giornata di ieri dove il titolo ha perso oltre il 10%. A questo punto le voci dei pessimisti che avevano designato facebook come la più grande bolla della storia cominciano ad essere prese in maggiore considerazione.

Ma al di la di tutto, quello che appare certo, è che in un contesto economico complesso come quello che stiamo vivendo attribuire un valore tanto grande ad un’azienda così giovane e non ancora in grado di garantire un business solido rappresenta sempre un rischio elevatissimo. Per questo abbiamo consigliato ai nostri lettori intenzionati ad investire nel social network di aspettare contenti di aver evitato perdite di oltre il 10% in un solo giorno di contrattazione.

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