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Rc auto scaduta: la Cassazione rivede i 15 giorni di copertura

L’assicurazione Rc auto scaduta è un problema che ormai non spaventa più alcun automobilista, visto e considerato che come tutti sanno, le polizze coprono anche i 15 giorni successivi alla scadenza. Il che significa che in caso di ritardato pagamento, l’auto è comunque libera di circolare e assolutamente coperta dal proprio piano assicurativo.

La legge però fa una distinzione netta tra assicurazione scaduta e ritardi nei pagamenti dei premi Rc auto, per cui vediamo di fare chiarezza su questo aspetto ancora poco compreso dal consumatore.

L’articolo 1901 del Codice Civile obbliga la compagnia assicurativa a far rimanere valida la Rc auto fino alla mezzanotte del giorno di pagamento in caso di mancato saldo della prima rata della polizza. Nel caso di scadenze successive, invece, i famosi 15 giorni di copertura rimangono validi, ma la garanzia di chi è alla guida decadrà alla mezzanotte dell’ultimo giorno. Sulla questione si è espressa di recente la Corte di Cassazione, secondo cui il comma 2 dell’articolo sopracitato sostiene un obbligo che non risulta sempre molto chiaro. E allora, come se ne esce?

Secondo la giurisprudenza più recente, chi è alla guida con un premio non pagato non è obbligato a pagare la prima rata sin da subito, ma verrà classificato come moroso da parte dell’assicurazione solo a decorrere dal 15esimo giorno di copertura della polizza. Scaduto il 15esimo giorno, i sinistri e i risarcimenti che verranno eventualmente a galla saranno a carico di chi si mette alla guida senza adeguata copertura: se il sinistro si consuma al di fuori dei canonici 15 giorni, ma il pagamento della rata è successivo, la compagnia non sarà tenuta al risarcimento del danno.

Per quanto riguarda il tacito rinnovo, invece, occorre sapere che la legge 221 del 2012 ha abolito questa voce, pertanto chi è alla guida è tenuto a rispettare scadenze e obbligazioni verso la legge, altrimenti rischia di andare incontro a spiacevoli sorprese.

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