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Economia circolare per l’Europa: perché bisogna guardare anche oltre

denaro euro

Negli ultimi due anni, a Bruxelles l’economia circolare è sempre stata una parola d’ordine. Non solo la Commissione europea ha introdotto un nuovo pacchetto sull’economia circolare nel dicembre 2015, ma l’efficienza delle risorse è stata una crescente area di interesse per le imprese europee.

Tra il 2000 e il 2016, la produttività delle risorse dell’UE-28 è passata da €1,47/kg a €2,07/kg, con un aumento del 41%. Una buona notizia, ma il lavoro non è ancora finito. Nel 2014, i rifiuti totali generati nell’UE-28 da tutte le attività economiche e dalle famiglie sono ammontati a 2.503 milioni di tonnellate, l’importo più elevato registrato durante il periodo 2004-2014.

Non solo il volume di rifiuti è elevato, ma aumenta anche loro complessità, con l’arrivo di prodotti nuovi e più complessi sul mercato, come i beni ICT.

Perché non si vedono allora ulteriori progressi? Dopotutto, il miglioramento dell’efficienza delle risorse implica che le aziende dovrebbero vedere ridursi i costi di gestione, dando quindi una buona sferzata agli affari. In parte vero, le aziende spesso affrontano una serie di ostacoli quando tentano di cambiare il loro modello di business, investono in processi più efficienti in termini di risorse o creano nuove catene di fornitura.

Alcuni ostacoli sono quelli normativi. Ad esempio, i materiali vitali sono spesso classificati come “rifiuti” non appena sono stati utilizzati, il che rende più difficile per le aziende cercare modi innovativi per riutilizzarli. Altre barriere sono legate alla mancanza di segnali di mercato efficaci per riutilizzare i materiali secondari o alla mancanza di sostegno all’innovazione, con le PMI che lottano per accedere ai finanziamenti o ai consigli tecnici di cui hanno bisogno.

La politica sulle opere pubbliche ha chiaramente un ruolo importante da svolgere nel sostenere una maggiore azione commerciale sull’efficienza delle risorse ed è stato in questo contesto che la Commissione ha pubblicato il suo pacchetto sull’economia circolare nel 2015. Il pacchetto, che dovrebbe essere completato all’inizio del 2018, sta fornendo importanti progressi.

Ad esempio, nel dicembre 2016 la Commissione ha pubblicato un piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile che richiederà gradualmente la creazione di prodotti in modo più efficiente sotto il profilo delle risorse. Sta inoltre introducendo criteri di efficienza delle risorse nella sua politica in materia di appalti pubblici e aumentando i finanziamenti per l’innovazione.

Tuttavia, in un rapporto pubblicato il 14 dicembre, il gruppo Aldersgate sostiene che il pacchetto è solo l’inizio e che l’economia circolare dovrà rimanere al primo posto nell’agenda politica se l’economia dell’UE vuole veramente vedere un cambiamento nell’efficienza delle risorse. Il rapporto, che si basa su diversi studi di casi aziendali, dà un’idea dell’innovazione dell’economia circolare che si sta verificando in tutta Europa.

In particolare include gli insegnamenti del progetto REBus finanziato dall’UE Life+, che negli ultimi quattro anni ha fornito supporto tecnico a 30 progetti pilota sull’efficienza delle risorse in settori chiave del mercato che valgono circa 350 miliardi di euro per l’economia dell’UE (inclusi impianti elettrici e prodotti elettronici, tessili, edilizia e ICT). I progetti pilota comprendono una serie di progetti, realizzati da un mix di PMI, da grandi imprese e da organismi governativi.

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