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Stime sull’industria manifatturiera in Europa

In Gran Bretagna, nel profondo dei negoziati per lasciare l’Unione Europea, la crescita manifatturiera si è raffreddata nel primo trimestre del 2018.

Un’indagine a marzo ha mostrato una crescita delle pressioni sui costi per le fabbriche del Regno Unito e il loro prezzo di vendita si è leggermente congelato, cosa che potrebbe rassicurare i funzionari della Banca d’Inghilterra che stanno tenendo d’occhio le pressioni inflazionistiche. La maggior parte degli economisti ritiene che la banca centrale possa aumentare i tassi di interesse.

L’indice IHS Markit del Manufacturing Managers Index per la zona euro è sceso a 56,6 a marzo rispetto al precedente 58,6, in linea comunque con la stima e ancora al di sopra del 50% che separa la crescita dalla contrazione. Un indice che misura la produzione, e che viene considerato una buona guida per la salute economica, è sceso al minimo di 16 mesi dal 59,6 al 55,9, un po’ al di sotto delle stime.

La crescita economica della zona euro ha già raggiunto il picco, ma la BCE probabilmente deciderà questa estate di tagliare i propri acquisti di bond se le cose si sviluppassero come previsto. Greg Fuzesi di JP Morgan ha dichiarato: “Chiaramente, la grande domanda rimane cosa accadrà nel prossimo futuro. Il livello è ancora buono ma la traiettoria deve stabilizzarsi in questo mese di aprile”.

Ruth Gregory di Capital Economics ha osservato che “la forte nevicata di marzo non sembra aver avuto un impatto particolarmente grave sulle catene di approvvigionamento. Tuttavia, l’indice di produzione indica ancora un rallentamento della crescita della produzione a circa lo 0,5% nel primo trimestre, ben al di sotto dell’1 per cento”.

Indagini precedenti hanno mostrato che, sebbene la crescita si sia rallentata nelle quattro maggiori economie dell’Unione monetaria, rimane comunque forte. Tuttavia, le fabbriche erano ugualmente ottimistiche verso la fine del 2017, anche se la domanda sui prodotti era al suo punto più debole. Parte di questo calo della domanda potrebbe essere dovuto al fatto che i produttori hanno aumentato nuovamente i prezzi, mentre un euro forte probabilmente ha contribuito a rendere le esportazioni del blocco meno attraenti.

A febbraio, le fabbriche avevano aumentato i prezzi a ritmo molto veloce come non era mai accaduto negli ultimi sette anni. Un indice che misura i prezzi alla produzione è rimasto a marzo al 57,3, in calo rispetto al 58,4 del mese precedente. L’inflazione si era posizionata all’1,4% il mese scorso, ancora ben al di sotto del 2% del target stabilito dalla BCE.

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