Spagna sull’orlo del baratro

In questi ultimi giorni i media hanno parlato (troppo) poco delle notizie relative agli scontri avvenuti in Spagna in seguito alle decisioni del governo di attuare una politica di forte …

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Lavoro: un giovane su 2 è precario

Ancora brutte notizie dal fronte dell’occupazione in Italia. Secondo l’ultimo rapporto diffuso dall’Ocse, infatti, ben 1 giovane su 2 è precario e ben il 36,2% dei giovani è disoccupato, ossia non studia e non lavora. Questi dati sono estremamente allarmanti perchè ci indicano, ancora una volta, che stiamo correndo il rischio di creare una generazione di ragazzi senza futuro, ossia di giovani che non avranno le stesse possibilità di crescita (in termine di benessere sociale) dei propri genitori. Oggi molti giovani hanno un lavoro (quando ce l’hanno) che non consente loro di essere indipendenti e di guardare al futuro con ottimismo. Non a caso sono diminuite drasticamente il numero di giovani coppie che si appresta ad acquistare un immobile così come si è alzata drasticamente l’età media in cui ci si stacca dalla famiglia di origine.

Per comprendere meglio questo fenomeno è importante sapere che il tasso di disoccupazione giovanile è passato dal 21,6% del 2007 al 36,2% di oggi mentre il saggio di disoccupazione di lungo periodo (oltre 12 mesi) è passato dall’8% al 15,8%. Si tratta di dati disarmanti che testimoniano il declino del nostro mercato del lavoro, un mercato che penalizza sempre di più le nuove leve.

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Mercato immobiliare a rischio per i prossimi 2 anni

Ne avevamo già parlato ad inizio anno dicendo che il 2012 sarebbe stato molto difficile per il settore immobiliare italiano. Ad oggi, analizzando anche gli ultimi dati del settore, possiamo dire di averci preso e che, anzi, la crisi sarà più pesante di quello che avevamo preventivato. Secondo le nostre stime, infatti, il peggio sarebbe dovuto arrivare tra la fine del 2012 e i primi mesi del 2013 per poi dare inizio ad una ripresa già a partire dal secondo trimestre del prossimo anno. Ora sembra che le prospettive siano ancora di altri 2 anni di sofferenze fatte di un mercato immobiliare in calo dove a farla da padroni saranno solo ed esclusivamente gli squali in cerca di ghiotti affari.

Insomma per i prossimi 12-24 mesi le famiglie potrebbero essere definitivamente tagliate fuori dal mercato immobiliare con il rischio di dare vita ad un vero e proprio tracollo per l’intero settore. Se fino ad oggi i prezzi delle case hanno retto (si stima che dal 2008 le quotazioni degli immobili in Italia siano calate del 7,7% con punte di oltre il 20%) non è detto che ciò sia possibile per i prossimi mesi.

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Una nuova agenzia per il controllo delle banche

La direzione che stanno intraprendendo i leader europei porterà, molto probabilmente, alla creazione di un sistema di supervisione globale per le banche dell’eurozona. La soluzione più gettonata sembra essere la creazione di una nuova agenzia che verrà posta sotto il controllo della Banca centrale europea per sorvegliare le maggiori banche nell’unione monetaria. Se ciò verrà applicato sarà un passo significativo verso la creazione di una futura unione bancaria tra i paesi che utilizzano la moneta unica, passo giudicato fondamentale se si vuole provare a salvare l’euro dalla disfatta. Ovviamente si tratta di un passo estremamente importante e delicato perchè implica un’ulteriore cessione di sovranità dei singoli paesi nei confronti dell’Europa e va a toccare il cuore delle economie locali, ossia le banche.

L’istituzione di un’unica autorità, con un unico insieme di regole per le banche della regione, è visto dalla Germania e da altre economie forti come condizione essenziale per poter condividere le risorse con gli altri paesi. Ovviamente la strada è ancora lunga e al momento non ci sono conferme ufficiali al riguardo ma stando alle indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal è possibile delineare quelle che saranno le future decisioni in merito.

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Anche la Francia in vena di austerity?

Nel suo primo discorso al parlamento, Jean-Marc Ayrault, il neo primo ministro francese, ha chiesto uno sforzo nazionale per far fronte al crescente debito pubblico. Insomma anche la Francia deve riportare sotto controllo le proprie finanze tanto che già dalle parole di Ayrault si incomincia a ventilare l’ipotesi di qualche dura riforma di austerity anche se molto lontana dallo “stile Monti”. Il discorso del premier francese ha giocato sull’orgoglio nazionale con la promessa di portare le finanze pubbliche sotto controllo e di far ripartire il paese evitando rischi di un contagio. Secondo un recente rapporto, infatti, il debito pubblico francese rischia di schizzare alle stelle entro l’anno prossimo proiettando la Francia verso la stessa “spirale del debito” di Spagna e Italia.

Didier Migaud, uno dei principali revisori del debito ed ex deputato socialista, ha dichiarato senza mezzi termini che la Francia sta entrando in una “zona pericolosa”, e che una “spirale del debito” non può essere esclusa. Insomma si corre il rischio di mettere in dubbio anche la credibilità del paese che può vantare la seconda economia dell’eurozona.

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Manchester United: al via l’Ipo a Wall Street

Il Manchester United, la prestigiosa squadra di calcio inglese, si appresta a sbarcare a Wall Street con un’ipo da 100 milioni di dollari. La mossa dei proprietari della squadra, la famiglia Glazer, era nell’aria già da un po ma fino a qualche settimana fa si valutava l’idea di quotarsi a Singapore con un’Ipo da 1 miliardo di dollari ma, vista l’alta volatilità dei mercati si è scelta un’altra strada… quella di Wall Street. Le azioni, stando alle indiscrezioni, sarebbero divise in 2 tipologie: classe A, ossia quelle oggetto dell’Ipo, che garantiscono 1 voto ciascuna e classe B, quelle che rimarranno alla famiglia Glazer, che garantiscono 10 voti ciascuna. Di fatto la famiglia Glazer manterrà il totale controllo del club nonostante la collocazione sul mercato del più prestigioso club di calcio inglese. Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto i Glazer ad optare per la quotazione a Wall Street?

Se si guarda ai profitti, infatti, il Manchester United nel corso dello scorso anno ha ottenuto quasi 60 milioni di dollari in netto rialzo rispetto ai 21 milioni del 2010. Eppure il club inglese deve fare i conti con una montagna di debiti che impedirebbe ai dirigenti di tornare a costruire una squadra in grado di vincere a livello nazionale ed europeo.

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