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Spagna sull’orlo del baratro

In questi ultimi giorni i media hanno parlato (troppo) poco delle notizie relative agli scontri avvenuti in Spagna in seguito alle decisioni del governo di attuare una politica di forte austerity. Si parla del taglio delle tredicesime dei lavoratori statali e dell’aumento dell’iva, 2 delle misure più drastiche di un programma che dovrebbe consentire di risparmiare ben 65 miliardi di euro di debito in 2 anni. Le tensioni sociali che si sono scatenate in seguito all’annuncio del governo spagnolo, che ha sottolineato come questa sia l’unica possibilità per ottenere gli aiuti necessari al salvataggio del sistema bancario e per evitare la deriva del debito pubblico. Insomma dopo la Grecia ora la vena di austerity imposta dalla comunità internazionale si abbatte anche sulla Spagna con tutto quello che ne consegue.

Ancora una volta, quindi, si cerca di risovere la crisi imponendo nuove tasse e tagliando sulla spesa pubblica, azioni che la storia ci ha insegnato essere nemiche della crescita economica. Così si pensa di sistemare i problemi del paese aumentando l’Iva, misura che determinerà solo un ulteriore calo dei consumi con conseguenze pesantissime sull’intera economia.

Secondo Robert Tornabell, economista presso la Scuola ESADE Spagna Business, “Questa volta vengono toccati gli organi vitali dell’economia“. Secondo l’economista il nuovo programma prevede i tagli più drammatici, dal punto di vista economico, dal ritorno del paese alla democrazia dopo la morte nel 1975 di Francisco Franco. Tornabell sottolinea che la strategia è assolutamente perdente perchè “aumentare le imposte sul consumo in un momento in cui le imprese non investono e le persone non comprano, porterà l’economia in recessione”.

Ma vediamo più da vicino quali sono le nuove misure di austerità che verranno applicate in Spagna.  Secondo quanto detto dal premier, Mariano Rajoy il governo aumenterà del 3% l’Iva (che passerà dal 18 al 21%). Questa misura farà parte di un pacchetto di rialzi fiscali e tagli di spese, con il quale Rajpy intende ridurre il debito pubblico di 65 miliardi di euro in 2 anni. In questo pacchetto saranno inclusi anche dei tagli ad alcune attività gestite dallo Stato, tra cui aeroporti, porti e ferrovie e una riduzione del 30% dei consiglieri della pubblica amministrazione.

Aumenteranno le bollette di corrente e gas per le famiglie e le imprese e ci saranno dei forti tagli alle regioni. Secondo le stime dei sindacati spagnoli questi tagli produrranno circa 30 mila disoccupati in più aggravando la già pessima condizione del mercato del lavoro in Spagna.

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