Comincia la fuga di capitali all’estero

La paura di molti italiani sulla possibilità da parte del fisco di controllare i conti correnti (introdotta dall’ultima manovra del governo Monti) sta portando un gran quantitativo di capitali all’estero. Si tratta, ovviamente, di capitali di persone che hanno qualcosa da nascondere vuoi perchè sottratti al fisco vuoi perchè guadagnati da attività illecite o criminali ma anche di coloro che vogliono semplicemente proteggere i propri risparmi per paura di un eventuale default del nostro paese. Sta di fatto che il grande esodo è già cominciato tant’è che comincia a circolare in rete la leggenda di lunghe file ai confini della Svizzera di persone che tentano di nascondere i propri risparmi aprendo un conto all’estero. Tuttavia la Svizzera, seppur continua ad essere il paese rifugio più gettonato, è solo una delle opzioni che si hanno. Una valida alternativa, ad esempio, è San Marino, luogo in cui si sono registrati numerosi viaggi dalla zona di Rimini e di tutto il centro Italia in genere.

Insomma Svizzera e San Marino sono le 2 mete per eccellenza per chi vuole aprire un conto all’estero per nascondere i propri soldi ma non solo, visto che in molti preferiscono spostare anche i propri lingotti d’oro. Ovviamente tutto ciò non riguarda la massa della popolazione, che di problemi ha quelli di arrivare alla fine del mese, ma di una parte marginale che vuole proteggere i risparmi dagli “occhi indiscreti del fisco” o dal pericolo di fallimento del paese.

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Grecia: ristrutturazione del debito più vicina

Stando a quanto detto dal ministro delle finanze della Grecia, Evangelos Venizelos, il paese sarebbe molto vicino al raggiungimento di un accordo con i creditori privati per la ristrutturazione del proprio debito. Si parla di una ristrutturazione che dovrebbe prevedere un taglio del 50% del valore del debito portandolo a quota 130 miliardi dagli attuali 220-230 miliardi di euro. Una ristrutturazione importante che potrebbe permettere al paese di risanare i propri conti e che da un segnale importante ai mercati circa la volontà del paese di accellerare i tempi per sistemare la propria situazione finanziaria. Ma il ministro Venizelos si spinge oltre nelle dichiarazioni delineando, anche, le linee guida della gestione della crisi.

Gestione che secondo il ministro dovrà passare inevitabilmente attraverso un’assidua lotta all’evasione fiscale talmente diffusa nel paese che si stima possano ammontare in circa 200 miliardi di euro i conti bancari detenuti da cittadini Greci in Svizzera.

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IMU: strumento per calcolare la nuova ICI

In queste settimane abbiamo parlato più volte delle novità sul fronte delle imposte sugli immobili: la nuova IMU sostituirà la vecchia ICI inglobando anche una parte dell’Irpef, con un’introduzione all’interno del regime fiscale italiano che minaccia di far pagare duramente i cittadini italiani proprietari della prima e (soprattutto) della seconda casa di proprietà.La nuova imposta entrerà in vigore tra pochi giorni: il 1 gennaio 2012 è infatti la data di decorrenza dell’IMU.

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Scuola, in arrivo il maxi concorso

In un contesto economico come quello che stiamo vivendo caratterizzato da un tasso di disoccupazione altissimo non può certo passare in secondo piano una notizia come quella lanciata dal Ministro Profumo: entro il 2012 al via il concorso per l’assunzione di insegnanti. Se poi consideriamo che non vengono fatti concorsi dal lontano 1999 è ancora più evidente il motivo del clamore che ha generato questo annuncio a sorpresa del nuovo ministro. Un concorso, quello degli insegnanti, che dovrebbe coinvolgere circa 300 mila persone per selezionare coloro dovranno passare di ruolo e a cui sarà affidato il difficile compito di formare le future generazioni.

Ma quando si terrà e come sarà articolato il concorso degli insegnanti? Quanti posti saranno messi a disposizione degli insegnanti? Purtroppo, al momento, c’è ancora molta confusione in merito ma è possibile, ugualmente, cercare di fare un po di chiarezza partendo proprio dalle affermazioni del ministro.

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Liberalizzazioni: le proteste di Confesercenti

Ancora polemiche sul delicato discorso delle liberalizzazioni con la Confesercenti che si dice preoccupata delle misure che il governo vuole attuare in materia. Secondo l’associazione le liberalizzazioni potrebbero costare circa 4 miliardi di fatturato in meno da qui al 2015 per via della chiusura a cui saranno costrette oltre 70 mila piccole e medie imprese con un danno per l’occupazione stimabile intorno ai 190 mila licenziamenti. Secondo Confesercenti queste misure non faranno altro che agevolare la Grande Distribuzione rispetto ai piccoli commercianti che, fino ad oggi, hanno rappresentato l’anima dell’economia italiana.

Secondo il presidente Venturi le vendite dei piccoli negozi sono diminuite del 16% dal 2006 ad oggi, mentre quelle della grande distribuzione sono diminuite del 7,2%. Per questo le liberalizzazioni non farebbero altro che avvantagiare i grandi gruppi a discapito dei piccoli commercianti senza per questo migliorare l’economia del paese.

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