La migrazione dei lavoratori italiani

Secondo quanto affermato da una recentissima analisi, ogni anno, dal Sud al Nord, circa sessantamila laureati si spostano per cercare lavoro. Una migrazione continua e inesorabile che – pur non toccando i picchi riscontrati negli anni Sessanta – è comunque fortemente caratterizzatrice di quanto sta accadendo all’interno del territorio nazionale. Stando alle ricerche compiute dallo Svimez, infatti, nel 2010 circa 250 mila persone si sono spostate dal Sud al Nord. Di queste, poco meno della metà (114 mila unità) hanno effettuato il cambio di residenza, mentre la restante parte ha scelto di adottare una strategia di mobilità a lungo raggio, divenendo pertanto pendolari a tutti gli effetti.

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Senza posto fisso più di 2,7 milioni di persone

Secondo quanto affermato dai dati Istat, nel terzo trimestre 2011 in Italia vi sarebbero circa 2,364 milioni di dipendenti a tempo determinato, ai quali aggiungere 385 mila collaboratori. In totale, 2,749 milioni di persone prive di un posto di lavoro fisso. Stando a quanto affermato dal report analitico dell’Istituto statistico, pertanto, continuerebbe a crescere il numero dei dipendentiatipici”, quelli con un contratto di lavoro non a tempo indeterminato: una platea in incremento di 7,6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+ 166 mila unità), che coinvolge principalmente i giovani sotto i 35 anni.

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Neoassunti senza articolo 18: ecco le novità

Il compromesso tanto auspicato sulla riforma del lavoro sta per arrivare: stando a quanto emerge a mezzo stampa, il Ministro Fornero vorrebbe convincere i sindacati a mollare la presa sull’articolo 18 attraverso il mantenimento delle garanzie sul licenziamento senza giusta causa ai soli già assunti, privando di tale tutela i giovani che entrano nel mondo del lavoro, e controbilanciando tale malus con la presenza di garanzie di consolidamento del rapporto contrattuale, e la sostanziale morte del precariato. In termini più concreti, l’articolo 18 non sarà toccato per i lavoratori che oggi godono di tale tutela.

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500 mila italiani in cassa integrazione a 0 ore

E’ di mezzo milione di unità il numero degli italiani che attualmente vivono in una condizione di cassa integrazione a zero ore. A dircelo è la Cgil, tramite il suo osservatorio Cig del dipartimento settori produttivi, che “certifica” di fatto la criticità del mercato occupazionale italiano per quanto concerne il ricorso alla cassa integrazione. Ancora, l’osservatorio afferma come nel corso del 2011 siano state registrate circa 950 milioni di ore di cassa integrazione (poco meno di 1,2 miliardi di unità rispetto all’anno precedente), per un totale di 3,4 miliardi di ore negli ultimi tre anni di crisi.

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Il 42% degli italiani teme di perdere il lavoro

Secondo quanto afferma la recentissima ricerca dell’Osservatorio Confesercenti – Ispo, il 42% degli italiani teme di perdere il proprio lavoro. Una percentuale di per sé piuttosto elevata, che tuttavia esprime tutta la drammaticità del dato solamente se confrontata a quanto veniva riscontrato ad inizio dell’estate, quando, ad essere preoccupati per la propria occupazione, era “appena” il 27% degli italiani.

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