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2012, attacco all’Europa

Se pensavamo di esserci lasciati alle spalle il peggio (come anche qualcuno all’interno del governo ha dichiarato in questi giorni) be… ci siamo sbagliati di grosso. Quello che è in atto è un vero e proprio attacco all’Europa. Qui non si usano armi di distruzione di massa ma la finanza, una finanza in grado di fare danni inimmaginabili all’economia e, quindi, alla vita di un paese. Dopo aver affondato l’Irlanda e la Grecia, dopo aver messo a repentaglio Portogallo, Italia e Spagna è cominciato l’attacco a Francia e Olanda, segno che anche i paesi del nord Europa, quelli tradizionalmente con i conti in ordine, non sono immuni dalla speculazione. Così ecco accendersi i riflettori sulle elezioni francesi che potrebbero redistribuire gli equilibri nell’eurozona con l’asse Merkel-Sarkozy che verrebbe meno qualora vincesse Hollande.

Ma come non bastasse la speculazione sembra aver già trovato la prossima preda: l’Olanda. Il primo ministro olandese, Mark Rutte, ha riunito nella giornata di ieri i ministri per ottenere il via libera in parlamento sui tagli alla spesa. In sostanza anche l’Olanda si avvia ad attuare una politica di austerità per un valore di circa 15 miliardi di euro così da permettere al paese il rispetto dei vincoli di bilancio imposti dall’Unione Europea per il 2013.
Tuttavia l’intesa non è stata raggiunta e il premier ha dichiarato le proprie dimissioni avviando il paese verso le elezioni. Il mercato ora teme che in Olanda, così come sta accadendo in Francia e in altri paesi Europei, possano emergere forze europee meno aperte ai sacrifici che l’Europa sta imponendo, sacrifici che, tra l’altro, bloccherebbero la crescita peggiorando la recessione. Così ecco che lo spread dell’Olanda sale di oltre 11 punti base arrivando a circa 72.5 punti, ossia al massimo registrato negli ultimi tre anni.

Insomma sembra che l’Europa intera, come l’abbiamo intesa fin’ora, stia venendo meno soffocata da una crisi che, forse, è stata affrontata nel modo sbagliato. La troppa superficialità di governanti che per mesi hanno continuato a credersi immuni dalla possibilità di un contagio ci ha proiettati nell’attuale recessione che non farà altro che rendere ancor più difficile, se non impossibile, uscire dalla crisi.

Non a caso i CDS, Credit default swap, europei sono in forte rialzo con quelli spagnoli che arrivano a toccare quota 510 punti, quelli italiani a 474 e quelli francesi a oltre 200 punti. Male, anzi malissimo, l’euro che torna a scendere al ribasso sotto quota 1,3150 segno anch’esso della debolezza dell’intera eurozona.

Anche se la nostra analisi sembrerà fuori dal coro ci sembra giusto sottolineare come il contesto economico sia assolutamente drammatico. Non si tratta di fare catastrofismi ma semplicemente di analizzare la realtà così com’è con l’intera eurozona allo sbando, con la Cina che ha rallentato vistosamente la sua crescita e con l’economia americana che stenta a mantenere i ritmi degli ultimi mesi complice una disoccupazione ancora troppo alta.

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