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Banche Usa pronte a tagliare posti di lavoro

Se in Europa ci si preoccupa di non far fallire le banche negli Stati Uniti il problema è riuscire a mantenere i liville di crescita degli ultimi 2 anni. E’ di queste ore la notizia che i banchieri di Wall Street si stanno preparando ad una serie di licenziamenti per sopperire ai minori utili dovuti al rallentamento dell’economia a livello globale sull’onda della crisi nel vecchio continente. L’opinione diffusa di molti analisti di Wall Street è che gli isituti di credito americani non siano in grado di mantenere la propria forza lavoro viste anche le propsettive, non certo rosee, per i prossimi mesi. Alan Johnson, direttore esecutivo della società di consulenza Johnson Associates ha dichiarato che “Se le cose non migliorano, allora mi aspetto che l’organico delle banche sia destinato a scendere di sicuro“, stimando tagli nell’ordine del 5 per cento della loro forza lavoro per fine anno.

Questo eventuale 5% si tradurrebbe in circa 40 mila licenziamenti che andrebbero ad influire negativamente sui dati Usa relativi all’occupazione che già nel mese precedente hanno fatto registrare una clamorosa battuta d’arresto. Ovviamente annunci ufficiali, in questo senso, non sono ancora stati fatti ma i primi segnali cominciano timidamente ad arrivare.
Goldman Sachs Group Inc e Morgan Stanley sembrano stiano licenziando nelle rispettive divisioni trading e investment. Per il momento le fonti riportate da Reuters parlano di poche unità ma la tendenza potrebbe essere stata avviata.

Non a caso Kian Abouhossein, analista di JP Morgan, si aspetta un calo del 32% delle entrate delle banche relative alla negoziazione titoli durante il secondo trimestre dell’anno. Molti clienti delle banche si stanno allontanando dai mercati finanziari per paura di un crack dell’eurozona e di un possibile crollo che in molti prospettano decisamente peggiore di quello del 2008.

E come verranno compensate queste “minori entrate” se non con i licenziamenti del personale?

Così non dovrebbe sorprendere vedere che le azioni di Bank of America vengono scambiate a circa 7 dollari, ben lontane dai quasi 10 dollari di fine Marzo. Insomma ci si deve attendere una seconda parte dell’anno ben peggiore di quello che abbiamo vissuto fino ad oggi, ennesima dimostrazione che in un’economia così globale è interesse di tutti che la crisi europea venga affrontata con strumenti adeguati.

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