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Draghi: la ripresa può attendere

I mercati non hanno avuto paura delle elezioni Italiane“. Queste, in estrema sintesi, sono state le parole di Draghi durante la conferenza che solitamente si tiene alla fine della riunione del direttivo dell’Eurotower. Secondo il governatore della Banca Centrale Europea i mercati sono meno spaventati di quanto si possa immaginare dell’esito delle nostre elezioni e, sottolinea, che ad ogni modo l’Italia proseguirà il consolidamento dei conti pubblici. Ma oltre a queste inevitabili parole di rasserenamento Draghi ha sottolineato anche che la ripresa non comincerà prima della fine del 2013. insomma avremo un altro anno pieno di crisi ma, di questo, ce ne eravamo tutti accorti ormai da 2 mesi.

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Non a caso il direttivo della Bce ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per l’intera area Euro per il biennio in corso. In particolare il 2013 non promette nulla di buono visto che il Pil è atteso tra il meno 0,9 e il meno 0,1 per cento. Tuttavia non è detto che le stime vengano riviste ulteriormente al ribasso nel corso dei prossimi mesi sia per l’anno in corso che per il 2014 dove tutti sembrano pronti a scommettere per una crescita, seppur minima.

Da segnalare l’attenzione che la Bce sembra voler accendere su uno dei problemi più gravi dell’Europa, ossia la disoccupazione giovanile, che oltre ad un grave danno all’economia rischia di diventare una vera e propria piaga sociale in tantissimi paesi della moneta unica.

I mercati reagiscono con diffidenza alle parole di Draghi e nonostante gli USA ritocchino i propri massimi storici Piazza Affari chiude con modestissimo +0,3%, Parigi +0,53%, mentre Londra delo +0,18% e Francoforte del +0,26%. Da segnalare il calo dello spread che scende nuovamente a quota 310 punti e l’euro che viene scambiato a 1,30 dollari.

Infine ritengo opportuno solo fare una breve riflessione sulle stime della Bce. Si era detto che le ripresa sarebbe partita già nella prima metà del 2013 mentre, di fatto, le stime sono state inevitabilmente riviste al ribasso. Per quanto riguarda il nostro paese l’economia va male ma questo non è un mistero.

Ce ne accorgiamo tutti noi nella vita di ogni giorno quando girando per le strade vediamo attività commerciali chiuse da un giorno all’altro e negozi spesso semi vuoti. Ma a dar conferma a tutto ciò ci ha pensato la Confcommercio che ha rilevato l’ennesimo calo dei consumi che sono scesi di un ulteriore 2,4% tornando ai livelli del 2004.

Ma quello che appare più drammatico è il calo dei consumi alimentari segno che le famiglie sono costrette a risparmiare anche su ciò che metteno sulle proprie tavole. Una tendenza che deve cambiare quanto prima altrimenti Draghi e gli altri dirigenti della Bce saranno costretti nuovamente a rivedere al ribasso le stime di crescita dimostrando ancora una volta quanto sia inattendibili questi studi.

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