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Lavori Usuranti: requisiti e benefici della pensione anticipata

Le condizioni per accedere alla pensione oggi giorno sono piuttosto intricate. Non tanto perchè non ci sia una legge atte a normarle, quanto invece a causa del fatto che le intenzioni di riforma dell’attuale sistema pensionistico si rincorrono praticamente a ritmo giornaliero dando modo di delineare un comparto confuso, destinato al cambiamento e mai capace di raggiungere uno status di sana fermezza; oltre a ciò buona parte della confusione che si respira nella materia è anche dovuta ai risvolti creati dal passaggio da una vecchia riforma a quella nuova che, come oramai noto, generano incertezze e in taluni casi persino dei vuoti legislativi. Quello dei lavoratori usuranti è uno dei casi più eclatanti di come poco chiara sia la regolamentazione del tema pensionistico, ed è in forza di ciò che riteniamo opportuno fare luce su quello che le attuali norme prevedono relativamente ai lavori faticosi e pesanti riconosciuti, per l’appunto, sotto l’appellativo di “usuranti”.

Lavori Usuranti: quali sono e requisiti per accedervi

Per quanto attiene la regolamentazione dei lavoratori impiegati in attività pesanti dobbiamo fare riferimento al decreto legislativo numero 67 del 2011, lo stesso che, a partire dal 1° Gennaio 2008, ha introdotto una disciplina particolarmente favorevole in termini di uscita anticipata dal mercato del lavoro relativamente a particolari fasce di dipendenti. In breve, vediamo quindi di riassumere quali sono i requisiti e chi sono i lavoratori che possono trarre beneficio da questa normativa che, di fatto, si propone come una forte eccezione alla riforma Fornero delle pensioni.

Le attività a cui il decreto legislativo di cui sopra fa riferimento sono innanzitutto le seguenti:

  • Lavoratori impiegati in attività ritenute usuranti come lavori svolti in galleria, cava o miniera; lavori aventi luogo in alte temperature, quelli che devono fare i conti con cassoni ad aria compressa, attività di asportazione dell’amianto, attività di lavorazione del vetro cavo, quelli impiegati nelle catene di montaggio, i lavori espletati in spazi ristretti e l’attività propria dei palombari.
  • I lavoratori notturni che prestano la loro attività per almeno 6 ore a notte e per un numero minimo di giorni non inferiore ai 78 annui, e i lavoratori che prestano lavoro notturno per almeno 3 ore nell’intervallo che corre tra la mezzanotte e le cinque del mattino ma nell’arco dell’intero anno occupazionale.
  • I lavoratori che sono impiegati alle dipendenze di imprese soggette all’organizzazione del lavoro così come prevista dall’articolo 2100 del codice civile, assoggettate alle voci di tariffa per l’assicurazione contro gli infortuni del lavoro così come raccomandato nell’elenco numero 1 dell’allegato 1 dello stesso decreto legislativo, e operanti su ritmi produttivi che impongono al lavoratore di tenere sempre la stessa postazione e di rimanere coinvolto da una ripetizione costante dello stesso ciclo lavorativo.
  • I conducenti di veicoli con capienza complessiva uguale o superiore ai 9 posti che sono adibiti ai servizi di trasporto pubblico collettivo.

E’ però chiaro che non è sufficiente aver lavorato, per così dire, un solo anno in queste categorie per ambire ad ottenere i vantaggi previsti dalla norma; né è necessario averlo fatto per tutta la propria vita professionale: la legge stabilisce che sulle pensioni erogate fino al 2018, per godere dei benefici sui quali ci concentreremo più avanti, il lavoratore debba aver svolto una o più di queste attività definite usuranti per almeno 7 anni degli ultimi 10 di attività lavorativa; per le pensioni che però decorreranno a partire dal 1° Gennaio 2018, sarà necessario dimostrare di aver svolto tali attività pesanti e faticose per almeno la metà della propria vita lavorativa.

Lavori Usuranti: come funziona l’accesso alla pensione

I lavoratori rientranti nei casi di cui sopra e aventi i requisiti visti poc’anzi, possono accedere alla pensione con il sistema delle quote qualora, nel più specifico caso, questo dovesse risultare più agevole rispetto alle norme previste dalla riforma Fornero (in sostanza sono valide entrambe le piattaforme: quella che si mette in pratica, però, è quella che tra le due pone le condizioni più favorevoli nello specifico caso da trattare). Essendo una questione particolarmente complessa e frastagliata, ci sia utile prendere come punto di riferimento lo schema qui sotto (gentilmente preso in prestito dal sito PensioniOggi.it).

Accedere alla pensione con i benefici dei Lavori Usuranti

La domanda per accedere ai benefici di pensione anticipata per via dei lavori usuranti si compone di un iter davvero molto semplice. Il tutto sta nel provvedere a presentare un apposito modulo alla sede INPS di competenza entro il 1° Marzo dell’anno in cui si sono maturati i requisiti agevolati: attenzione però, perchè non parliamo di una domanda propria per l’accesso alla pensione quanto invece di una comunicazione volta ad inquadrarci come “lavoratore usurante”.

Se non si rispettano i tempi previsti si rischia un differimento dell’eventuale assegno pensionistico nella misura di un mese nel caso in cui si sia presentata la domanda in ritardo di un mese, di due mesi per ritardi della presentazione superiori ad un mese ma inferiore ai tre mesi, e di tre mesi per quanti dovessero aver presentato la richiesta oltre i tre mesi successivi al primo giorno di Marzo.

Entro il 30 Ottobre successivo l’Inps provvederà ad accogliere la domanda indicando i termini previsti della pensione a cui si ha diritto e accertando il possesso dei requisiti (ovvero dell’aver effettivamente svolto lavori particolarmente faticosi e pesanti); entro lo stesso tempo utile l’ente preposto può tuttavia provvedere a rispondere col rigetto della domanda per mancanza dei suddetti requisiti. Nel caso di accoglimento ha inizio l’iter classico di fuoriuscita del dipendente dal mondo del lavoro.

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