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Cartelle esattoriali, liti pendenti e frodi Iva: le novità dell’ultima ora

Quando si parla di sanatorie sulle cartelle esattoriali bisogna sempre essere cauti e capire bene qual è l’intenzione in merito del Governo. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

Da questa misura il governo ha intenzione di incassare circa 1,5 miliardi sulle cartelle emesse tra gennaio 2000 e dicembre 2016. Lo sconto riguarda le sanzioni e gli interessi di mora e sarà messo a disposizione dei contribuenti che, nel momento della presentazione, hanno commesso errori formali ma anche nel caso in cui la compilazione dell’istanza per accedere alla definizione agevolata è stata fatta in modo errato.

Oltre al recupero di quei contribuenti che hanno saltato l’appuntamento con la prima edizione della rottamazione, la misura prevista estenderà l’arco temporale dell’emissione delle cartelle che sono oggetto di sconto: dovrebbero rientrare, infatti, i ruoli affidati per la riscossione nei primi sei mesi del 2017.

L’altra sanatoria riguarderà anche le liti pendenti con il Fisco e l’obiettivo prefissato è di portare coperture alla manovra di 250 milioni di euro. Trattandosi di una nuova edizione, a differenza della prima conclusasi il 2 ottobre prevede delle rettifiche in modo da superare degli intoppi verificatesi nei mesi precedenti come ad esempio il fatto che non c’è una differenza negli importi da versare per sanare la lite tra i contribuenti che hanno vinto e quelli che sono soccombenti.

Con la cartolarizzazione dei crediti fiscali, il governo intende incassare 1,5 miliardi dallo smaltimento della enorme mole degli Npl del Fisco. La misura impatterà sui crediti relativi a soggetti defunti o falliti o al centro di contenziosi.

E’ certa anche una stretta sulle frodi Iva. In questo senso si punta sulla fatturazione elettronica. L’esperienza negativa dello spesometro costringe il governo ad un obbligo di fattura elettronica tra privati graduale. Per la filiera petrolifera, una delle più esposte a questo rischio, sarebbe obbligatoria dal prossimo luglio. Invece per le altre categorie non prima di gennaio 2019. Sono previsti circa 2 miliardi di entrate l’anno per l’erario.

In ottica decreto fiscale si parla anche di compensazioni Iva; verrà introdotto un limite oltre il quale verranno monitorate. Inoltre, è molto probabile che scenda l’importo dei pagamenti alla Pa oltre il quale scatta il controllo preventivo su pendenze fiscali non pagate ala creditore.

Per aderire il contribuente deve presentare, entro il 15 maggio 2018, la propria richiesta di adesione compilando il modello disponibile online sul portale o negli sportelli dell’Agenzia. Il modulo può essere poi presentato agli stessi sportelli oppure, per chi ha una casella di posta elettronica certificata (pec), inviato – con copia del documento d’identità – all’indirizzo indicato sullo stesso modulo.

Entro il 30 giugno 2018 l’Agenzia dovrà quindi inviare la comunicazione con l’importo da versare e i bollettini di pagamento. La norma prevede che si possa pagare in unica soluzione (luglio 2018) o a rate, fino a un massimo di cinque.

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