Conti deposito: aggiornamento di Giugno 2012

Torniamo a parlare di conti deposito con questa panoramica aggiornata al mese di Giugno 2012. Da quanto abbiamo potuto riscontrare, analizzando la varie offerte degli istituti di credito, emerge che i rendimenti offerti dagli istituti di credito sono lievemente calati per quanto riguarda i depositi non vincolati mentre si dimostrano ancora molto interessanti i rendimenti dei depositi vincolati che offrono tassi quasi sempre superiori al 4%. Ovviamente, in questo particolare contesto economico, sottoscrivendo un conto vincolato significa correre qualche rischio in più qualora la crisi dovesse prendere la strada più dolorosa, ossia un ritorno alle valute nazionali con eventuale default di alcuni stati europei. Tuttavia, come abbiamo analizzato in un recente articolo, al di la di quello che sostengono molti fantomatici guru non esistono metodi sicuri al 100% per proteggere i propri risparmi a costi accettabili da un rischio di tale portata (ovviamente ciò non vale per i grandi capitali).

Tornando ai conti deposito, come dicevamo, i rendimenti si rivelano ancora decisamente interessanti per chi vuole ottenere un minimo di rendimento senza correre il rischio di investire nei mercati finanziari, mercati che in questo periodo sono estremamente volatili e dai quali consigliamo di tenersi alla larga qualora non si abbia un’elevata propensione al rischio.

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Banche: aumentano i costi di conti e bonifici

Brutte notizie per le famiglie e le imprese perchè oltre alla stretta sul credito dobbiamo segnalare anche un aumento dei costi dei conti correnti bancari e di tutti i servizi ad essi associati. Questo rialzo dei prezzi è dovuto al momento difficile che il nostro sistema bancario sta attraversando ma, tutto questo, si traduce in un maggior costo per famiglie e imprese già provate dalle difficoltà di questa crisi economica che non accenna a voler allentare la propria morsa. Per contro non si registra un significativo miglioramento della qualità dei servizi o dei prodotti offerti. Insomma gli istituti di credito sembrano scaricare sui propri clienti il peso delle proprie difficoltà economiche aumentando i costi dei servizi legati ai conti correnti bancari. Oltre all’aumento dello spread applicato su prestiti e mutui, di cui abbiamo più volte parlato negli ultimi mesi, il corriere.it ha rilevato un forte aumento dei costi dei bonifici e dei tassi di interesse applicati sugli scoperti in conto corrente.

Sono proprio queste 2 voci, infatti, alcuni dei servizi più utilizzati da famiglie e imprese nel proprio utilizzo dei conti correnti. Ma quello che appare più ingiusto è come a fronte di questi aumenti non si possa registrare nessun miglioramento dei tassi di interesse applicati ai conti bancari che restano assolutamente ridicoli.

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Unicredit lancia il nuovo conto deposito

Unicredit lancia sul mercato un nuovo interessante prodotto dedicato ai risparmiatori: il Conto Deposito “Risparmio Sicuro”. In questo periodo di altissima volatilità sui mercati, infatti, i conti deposito ad alto rendimento sono molto gettonati da tutti quei risparmiatori che vogliano ottenere un rendimento da i propri risparmi senza dover rischiare il proprio capitale in strumenti finanziari complessi e, come la storia ci ha insegnato, molto pericolosi. Proprio per questo negli scorsi mesi ci siamo occupati molto spesso di questo argomento e torniamo molto volentieri ad occuparcene oggi per presentare questo nuovo prodotto destinato anche ai piccoli risparmiatori. Come al solito cercheremo di effettuare una valutazione quanto più oggettiva possibile analizzando pregi e difetti di questo prodotto offerto da Unicredit Group in promozione fine al 15 Giugno 2012. Per prima cosa qui sotto vi riproponiamo lo spot web realizzato dall’istituto di credito per promuovere il prodotto.

Ora vediamo di analizzare questo conto “Risparmio Sicuro” partendo proprio dal nome. Forse peccheremo di eccessiva precisione ma ci teniamo a sottolineare che di investimenti 100% sicuri, ad oggi, non ne esistono. Il nome in questione è dovuto al fatto che il prodotto non è soggetto all’andamento del mercato ma offre un rendimento sicuro e il capitale garantito. Ovviamente nell’ipotesi più pessimistica di un deterioramento della crisi e di un default dell’istituto di credito (e quindi del paese) tutte queste garanzie verrebbero meno.

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Depositare i soldi all’estero conviene?

Sempre più italiani, spaventati dal deterioramento della crisi economica, stanno valutando di portare i propri risparmi all’estero così da dormire sonni tranquilli qualora la situazione dovesse precipitare. Spesso si parla di piccoli risparmiatori che possono contare su somme di denaro non molto alte. Tuttavia, depositare i propri soldi all’estero comporta il dover affrontare alcune problematiche non indifferenti e, sopratutto, affrontare dei costi. A questo punto quello che viene lecito domandarsi è: ne vale realmente la pena? A questo proposito abbiamo cercato di fare il punto della situazione valutando pro e contro di un eventuale spostamento dei propri risparmi presso un conto bancario in un paese sicuro.

Quello che ci teniamo a sottolineare è che ci sono dei modi del tutto legali di portare i propri soldi all’estero e, pertanto, invitiamo chiunque voglia procedere in questa direzione a rispettarli. Questo perchè qualsiasi strada si decida di percorrere è fondamentale fare le cose rispettando le normative vigenti.

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Report sul Monte dei Paschi di Siena

Il programma di approfondimento di rai 3, Report, ha parlato ieri sera del Monte dei Paschi di Siena spiegando gli intrecci che hanno caratterizzato la governance della più antica banca del mondo. Il monte dei paschi, infatti, oggi deve fare i conti con un bilancio disastroso imputabile, secondo molti, all’acquisizione di Banca Antonveneta e alla speculazione finanziaria fatta in modo spregiudicato. Fin quando l’istituto di credito ha fatto dell’attività creditizia il proprio core business, infatti, non ci sono stati grossi problemi di bilancio. Problemi che sono arrivati quando la banca ha cominciato a investire in prodotti finanziari estremamente rischiosi e a procedere ad acquisizioni svantagiose.

Ovviamente MPS non è l’unica banca italiana ad essere messa male (abbiamo già ampiamente parlato di Unicredit e di Intesa) ma la particolarità della sua struttura e il peso della sua storia ne fa un caso che meriterebbe molta attenzione anche da parte del governo.

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Crollano gli utili della Deutsche Bank

Se anche la più grande banca europea comincia a scriocchiolare forse anche i più scettici cominceranno a rendersi conto che la crisi è ben lontana dall’essere superata. Il colosso tedesco Deutsche Bank, infatti, ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile di 1,38 miliardi di euro, ossia il 31% in meno di quanto fatto registrare lo scorso anno (2,02 miliardi di euro). Sempre rispetto allo scorso anno i ricavi sono diminuiti del 12% a 9,2 miliardi di euro. Una performance ampiamente al di sotto delle aspettative degli analisti come testimonia anche l’analoga giornata borsistica del titolo che ha decisamente sotto performato l’indice perdendo oltre il 3% come possiamo vedere dal grafico qui sotto.

D’altronde le parole dell’amministratore delegato, Josef Ackermann, sono state eloquenti: “in questo contesto i mercati finanziari rimangono cauti, così come abbiamo visto in aprile, con l’appetito per il rischio degli investitori marcatamente inferiore“. Tuttavia i vertici della banca sottolineano come le performance vadano viste all’interno di un quadro economico sfavorevole e, proprio per questo, l’andamento dell’istituto di credito continuerebbe ad essere molto solido.

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