Tutto in mano alla Merkel

Dopo qualche giorno di (apparente) calma ecco che ritornano a farsi sentire le tensioni sui mercati finanziari dopo la delusione per le mancate decisioni di dare nuovi stimoli da parte di BCE e Fed. La palla, ora, passa alla Germania sempre più sotto pressione dalla comunità internazionale per ammorbidire la propria linea di politica economica. La situazione resta, quindi, estremamente grave e l’impressione che abbiamo avuto è che sia la BCE che la FED stiano aspettando di giocarsi le carte degli stimoli monetari in vista di momenti peggiori. Perchè, questo è sotto gli occhi di tutti, momenti peggiori arriveranno. Dopo i dati deludenti sulla disoccupazione USA, il taglio dei tassi di interesse della Cina (che si prepara ad un rallentamento corposo della propria economia) stamattina arriva la batosta sulla Produzione Industriale Italiana che ha fatto registrare un ‘9,2% (tendenziale) su base annua e un -1,9% su base mensile, un dato ampimente sotto le attese.

A questo bisogna aggiungere anche il pessimo stato di salute della Spagna che a breve potrebbe chiedere ufficialmente gli aiuti finanziari necessari a sostenere il proprio sistema bancario nonostante le continue smentite di questi giorni. L’incognita greca è sempre dietro l’angolo con le elezioni alle porte e la possibilità che a vincere siano i partiti anti europeisti.

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Acquisti online: su internet si risparmia?

Fino a qualche anno fa, in Italia, acquistare su internet era una cosa di nicchia. Oggi, invece, si tratta di una realtà consolidata che coinvolge milioni di persone che sperano di trovare sul web prezzi più vantagiosi rispetto a quelli del negozio sotto casa. Ovviamente questa tendenza non riguarda solo il nostro paese ma, in misura diversa, un po tutti i principali paesi del mondo. Basti pensare che, entro il 2015, si prevede un aumento del volume delle vendite sul web del 22% in Cina, del 18% in Brasile, del 53% in India, del 10% in Europa Occidentale e del 9% negli Stati Uniti (Fonte: Forrester Research). Così con la crisi europea che ha spinto tante famiglie italiane a rivedere i propri consumi al ribasso è stato un vero e proprio boom di acquisti su internet. Ormai sul web si compra un po di tutto, dai viaggi agli abbonamenti della palestra passando per prodotti di abbigliamento e cene al ristorante. Insomma gli italiani sembrano aver trovato nel web il proprio paradiso degli acquisti. Ma è sempre così? E’ sempre possibile risparmiare comprando online?

Ovviamente non è possibile fornire una risposta che sia assoluta ma in linea di massima si, acquistando in rete si risparmia. Nei mesi passati abbiamo già parlato più volte dei siti di coupon dove è possibile acquistare a prezzi fortemente scontati praticamente di tutto, anche una cena al ristorante o il biglietto per uno spettacolo teatrale.

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Bernanke, Draghi e Fitch

Dopo Mario Draghi, presidente della BCE che mercoledì ha ribadito di essere pronto a sostenere l’economia tagliando il costo del denaro e fornendo ulteriore liquidità alle banche, è la volta di Bernanke, presidente della Fed, che ha detto più o meno le stesse cose, ossia che è pronto ad intervenire con altre inizioni di liquidità o attraverso il riaquisto di bond. Ma oltre a queste parole, che sicuramente hanno deluso i mercati che si aspettavano fin da subito qualche intervento concreto, il presidente della Fed ha anche sottolineato che i rischi della crisi Europea potranno pesare in maniera molto marcata sull’economia USA. Parole, queste, che i mercati hanno inteso come un campanello di allarme tanto che Wall Street ha fatto immediatamente marcia indietro rimangiandosi i guadagni della giornata.

Insomma la situazione resta contrastata e ad “altissimo rischio” perchè i problemi di base, ossia la crisi finanziaria dei paesi dell’eurozona, restano ancora irrisolti. Anzi, a dirla tutta ci sono buone probabilità che la situzione degeneri visto e considerato che da un mese a questa parte è la Spagna a mettere paura. Non a caso Fitch ha deciso di abbassare il rating del paese di ben 3 gradini portandolo a BBB.

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Conti agevolati: ecco quanto costano

A partire dal 1 Giugno di quest’anno le banche devono mettere a disposizione dei propri clienti (in particolare pensionati e persone con redditi particolarmente bassi) il cosidetti “Conto Base“, ossia un conto agevolato caratterizzato da zero spese di gestione. Quello che molti non sanno è che il Conto Base può essere richiesto da tutti in quanto le banche lo offrono anche agli altri clienti dietro il pagamento di un canone annuale che include tutto. Ovviamente questa tipologia di conto corrente bancario risulta essere molto semplificata quindi si adatta solo ad una clientela che non ne deve fare un uso particolarmente intenso. Grazie ad Altroconsumo è possibile confrontare i costi a cui i conti base delle diverse banche vengono offerti alla clientela. La famosa associazione dei consumatori, infatti, ha realizzato una tabella comparativa analizzando le proposte di tutti i principali istituti di credito (poste comprese).

Ricordiamo che il conto base è assolutamente gratuito (anche per quanto riguarda l’imposta di bollo) solo ed esclusivamente per chi ha un reddito isee non superiore a 7.500 euro. Per i pensionati con un assegno fino a 1500 euro il conto base è gratuito ad esclusione del bollo per le giacenza sopra i 5 mila euro. Per tutti gli altri il Conto è offerto a fronte del pagamento di un canone a cui va aggiunta l’imposta di bollo se la giacenza media supera i 5.000 euro.

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Europa: ora il rischio arriva dai governi locali

Mentre ci prepariamo ad affrontare uno dei mesi più importanti della storia europea in cui si deciderà il futuro della moneta unica il vecchio continente deve cominciare a preoccuparsi anche di un altro problema che rischia di mettere in forse anche quel minimo di crescita su cui si punta per rilanciare l’economia: i governi locali. Parliamo delle regione, dei comuni o degli altri enti locali che, nella struttura Europea, sono quelli che si occupano di gran parte degli investimenti sul territorio. Il caso più eclatante, fino ad ora, è stato quello della Catalonia in Spagna il cui governo locale ha dichiarato di aver difficoltà per circa 20 miliardi di euro. Tuttavia sono proprio le difficoltà territoriali che rischiano di mettere a rischio la crescita dell’eurozona . Tanto per fare un esempio solo in Francia i governi locali contribuiscono al 70% per gli investimenti pubblici. Ora il problema è che anche le banche, che hanno chiuso i rubinetti per far fronte alle regole più restrittive imposte dall’Europa, concedono molti meno finanziamenti agli enti locali di quanto non facciano in passato.

In sostanza le banche concedono meno finanziamenti ai governi locali per poter soddisfare i requisiti di solvibilità che si sono fatti più stringenti da quando è esplosa la bolla dei debiti sovrani. Insomma il tutto rischia di trasformarsi in un cane che si morde la coda perchè l’Europa, in questo momento, proprio non si può permettere di rivedere nuovamente al ribasso le stime di crescita.

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Conti deposito: nuova tassazione troppo penalizzante

L’Antitrust denuncia una distorsione della concorrenza con l’introduzione della nuova imposta di bollo. Il diverso regime fiscale a cui sono sottoposti i conti deposito rispetto ai conti correnti e ai libretti di risparmio influisce negativamente sulla libera scelta dei consumatori. L’Autorità garante per la concorrenza denuncia la distorsione venutasi a creare nel mercato in seguito all’introduzione della nuova normativa che estende l’imposta di bollo proporzionale anche ai depositi postali e bancari. A partire da marzo 2012, i conti deposito sono soggetti ad una tassazione più pesante: se per libretti di risparmio e conti correnti è prevista l’esenzione per i depositi inferiori a 5.000 euro, infatti, i conti deposito non usufruiscono di questo privilegio. La tassazione sui conti deposito è stata fissata allo 0,1% annuo per il 2012, e salirà allo 0,15% a partire dal 2013.

Inoltre, sempre per i conti deposito è previsto il pagamento di un’imposta base di 34,20 euro, che aumenta in maniera proporzionale all’ammontare della cifra depositata; nel caso di conti correnti e libretti di risparmio, invece, l’imposta di bollo è fissa al minimo.

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