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Perpetual bonds, la Gran Bretagna esce dalla Guerra

treasury_2172846bLa Gran Bretagna chiude il capitolo della Prima Guerra Mondiale. O, almeno, lo chiude in senso finanziario, visto e considerato che era dal 1927 che il Paese sosteneva la copertura delle sue spese belliche attraverso una specifica obbligazione “perpetua”, oggetto di diversi rifinanziamenti, e ora giunta al termine attraverso il riacquisto del prestito dei “perpetual bonds”.

Cosa sono

I perpetual bonds costituivano un prestito obbligazionario perpetuo che il governo britannico ha emesso più volte, nel corso della storia, al fine di finanziare alcune grandi “imprese”. La prima volta il bond è stato emesso per poter coprire le perdite derivanti dal fallimento della Compagnia dei mari del Sud, risalente al 1720. Successivamente, è stato emesso per finanziarie le guerre europee contro Napoleone, nell’Ottocento, e poi il conflitto contro i russi in Crimea, e ancora per aiutare gli irlandesi nella carestia del 1847. L’ultima volta, nel 1927, l’emissione ad opera di Winston Churchill, per poter coprire le spese sostenute dal 1914 contro i tedeschi nella prima Guerra Mondiale.

Estinzione simbolica, e non solo

Oggi la Gran Bretagna ha scelto di rimborsare integralmente quel prestito obbligazionario. E lo ha fatto in un momento particolarmente simbolico: la grande difficoltà congiunturale attuale, e il centenario dall’attentato di Sarajevo, che ha poi scaturito la prima Grande Guerra. Il governo ha quindi scelto di rimborsare la parte di prestito obbligazionario ancora rimanente, pari a 218 milioni di sterline, su un totale di oltre 2 miliardi di sterline.

Oltre che simbolica, l’operazione è anche finanziariamente conveniente. I perpetual bonds sono infatti “pagati” al tasso di interesse del 5%: sicuramente tanto, considerato il livello attuale dei tassi di interesse di riferimento presenti nel vecchio Continente. Insomma, rifinanziarsi all’estero dei bond perpetui è ben più conveniente che mantenere in piedi un prestito obbligazionario sconveniente, in tutti i sensi.

In merito, l’ufficio del governo britannico per la gestione del debito ha conteggiato che dal momento dell’emissione del debito ad oggi, sono stati pagati ben 1,26 miliardi di sterline di interessi.

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