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Partite IVA: interventi in vista con la Legge di Stabilità 2016

Sono molti gli ordini del giorno all’attenzione della Legge di Stabilità 2016, tanto è vero che anche in Economyonline.it abbiamo fatto cenno alle misure che con questa manovra dovrebbero essere varate in termini di pensioni anticipate e di riduzione della pressione fiscale, ma stando a quanto emerso da autorevoli fonti sembra che verso la metà di Ottobre il Governo intenderà portare alla la luce anche una riforma delle Partite Iva.

Ad oggi il capitolo burocratico che regola il lavoro dei liberi professionisti è uno dei più precari e vessati, e con i cambiamenti introdotti dal nuovo regime forfettario è diventato, tanto per non farsi mancare nulla, anche uno dei più confusionari che ci siano. Per questo motivo il Governo Renzi dovrebbe sfruttare la Legge di Stabilità 2016 per metter mano alla questione e sistemare il grande caos creatosi nel mondo delle Partite IVA.

L’introduzione del nuovo regime forfettario messo in atto con la precedente manovra finanziaria ha sicuramente stravolto percentuali e soglie di riferimento, ma al tempo stesso ha fatto sue due importanti clausole di salvaguardia: in primo luogo dava la possibilità di saltare sul carro del regime forfettario a chi aveva precedentemente aderito al regime agevolato delle nuove iniziative produttive (ex L. 388/2000); e per un secondo aspetto la norma prevedeva che i contribuenti che avevano già aderito al regime dei minimi avrebbero potuto continuare ad avvalersene fino ai 35 anni di età o fino alla fine del quinquennio di agevolazioni per essere obbligati poi a passare al nuovo regime forfettario solo allo scadere di detti requisiti.

Interventi sulle Partite IVA: le ipotesi al vaglio del Governo

  1. Sono diverse le ipotesi che stanno prendendo piede in questi ultimi giorni. In primo luogo si pensa di estendere il regime dei minimi per altri due periodi di imposta a chi lo ha scelto per la propria attività: in questo modo l’imposta sostitutiva applicata per quei due periodi di imposta successivi verrebbe ridotta dal 15% al 5%.
  2. Il secondo intervento mira a mettere mano al nuovo regime forfettario prevedendo l’abrogazione dei limiti differenziati tra compensi e ricavi, e di farlo a seconda della tipologia di attività inquadrata dai codici ATECO. A questo proposito i tecnici dell’Esecutivo stanno pensando di applicare il limite dei 30.000 euro a tutti i soggetti che svolgono attività autonomia indipendentemente dal tipo di attività svolta.
  3. E poi c’è un terzo intervento che, stando a quanto si dice, intende ampliare il criterio di cassa per la determinazione del reddito. Che cosa vuol dire? Semplicemente che l’utile di esercizio sul quale normalmente si applica l’imposizione fiscale sia per le ditte individuali che per le società di persone con contabilità semplificata, venga rivisitato tenendo conto solo dei ricavi che si sono effettivamente incassati e solo delle spese che si sono effettivamente sostenute.

Riduzione della pressione fiscale sulle Partite IVA: ci sarà oppure no?

Ma al di là di una modifica che sembra si stia apportando nei confronti del nuovo regime forfettario (a cui si ricomincia a prediligere il vecchio regime dei minimi), ciò che piace ai liberi professionisti è la proposta messa a punto da Cesare Damiano (PD): “Non vorremmo che ci si dimenticasse delle Partite Iva: all’errore compiuto di recente dal Governo va posto rimedio. I contributi previdenziali vanno bloccati all’attuale 27% e portati con gradualità al 24% come per i lavoratori autonomi”.

La proposta di bloccare l’aumento della tassazione prevista sulle Partite IVA (che ricordiamo essere destinata all’aumento fino alla misura del 33%) è sicuramente probabile, anche perchè già nel corso del 2015 si è mantenuta una percentuale del 27% quando invece, secondo vecchie disposizioni, avrebbe dovuto lievitare al 28%. Meno probabile è però che la percentuale possa addirittura abbassarsi, soprattutto perchè non c’è mai stata una seria forma di pressing sull’esecutivo né da parte delle associazioni né da parte delle forze politiche: il livello di attenzione sulla drammatica situazione delle Partite IVA è davvero molto basso, soprattutto considerando la situazione in cui effettivamente versano i milioni di liberi professionisti e di lavoratori autonomi.

La Legge di Stabilità 2016, come abbiamo visto, dovrebbe più che altro intervenire sul rendere più dolce il passaggio dal vecchio regime dei minimi al nuovo regime forfettario senza intervenire in una maniera realmente incisiva e strutturale sulla materia. Una pressione fiscale esorbitante e delle garanzie che nonostante tutto non vengono minimamente assicurate né in fatto di prestazioni assistenziali né in termini previdenziali, purtroppo, non sono temi portati al centro dell’agenda politica pur essendo quelli sui quali ci sarebbe assoluta urgenza di intervenire.

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