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Le industrie basate sulla fisica offrono enormi contributi all’economia UE

Un nuovo studio afferma che le industrie che si affidano alle competenze fisiche danno un maggiore contributo all’economia dell’Unione Europea rispetto a quanto normalmente fanno i servizi finanziari o al dettaglio.

Il rapporto, voluto fortemente dall’European Physical Society, afferma che la fisica è riuscita a fornire all’economia dell’UE un contributo netto pari a 1,45 trilioni di euro all’anno (12% del totale). Le industrie che si basano sulla fisica includono l’ingegneria elettrica, quella civile, meccanica, informatica e che si affidano alla ricerca fisica.

Questo rapporto è stato rilasciato nel momento in cui i Paesi membri dell’UE stanno discutendo del progetto “Orizzonte Europa”, il quale dovrebbe destinare alla ricerca scientifica circa 94,1 miliardi di euro, stando quanto affermato dalla Commissione Europea. Invece, il Parlamento Europeo vorrebbe una cifra maggiore, stimabile intorno ai 120 milioni di euro. Il problema è che alcuni Paesi, in primis la Germania, ritengono entrambe le cifre troppo esose; quindi, Orizzonte Europa è destinato ad essere ridimensionato.

Quando ha enunciato la propria proposta, la Commissione europea non ha però tenuto conto della spesa prevista per il settore scientifico, concentrandosi maggiormente su sfide importanti come i cambiamenti climatici, l’informatica quantistica e la competitività manifatturiera.

Alla luce di quanto detto sopra, pare evidente che i dirigenti politici dovrebbero essere meglio informati dell’impatto scientifico sull’economia. Dal punto di vista della fisica, questo impatto offre benefici notevoli a breve termine. Ma questi guadagni potrebbero arrivare anche sul lungo termine.

Basti pensare al primo display LCD, realizzato in laboratorio nel lontano 1968 ed ora alla portata di tutti. In quel momento, le persone che lavoravano sul progetto non stavano certamente pensando come la loro invenzione si sarebbe sviluppata nel tempo.

Le industrie che si basano sulla fisica sono strettamente dipendenti dalle competenze. Tra queste, l’estrazione di petrolio e gas, il trattamento del combustibile nucleare e la produzione di fibre ottiche, apparecchiature di illuminazione, macchine per ufficio, automobili, navi e armamenti.

Nel rapporto viene evidenziato come il valore aggiunto lordo delle industrie basate sulla fisica ha superato 1,45 trilioni di euro tra il 2011 e il 2016, superando in percentuale quello del settore edile, dei servizi finanziari e della vendita al dettaglio.

Il valore aggiunto lordo, o GVA, è una misura di come determinati settori contribuiscono ampiamente all’economia. In termini comprensibili, il GVA è il valore di ciò che viene prodotto meno ciò che viene consumato per produrlo, ed è correlato al prodotto interno lordo (PIL) in quanto misura la produzione economica, ma a differenza del PIL, non aggiunge né tasse o deduce sussidi.

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