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Conseguenze economiche della crisi politica italiana

salvini

Dopo la crisi di governo “voluta” dal vice premier Matteo Salvini, la situazione politica in Italia è nuovamente in preda alla confusione. Ma quale sono le ricadute finanziarie in attesa che venga sciolto ogni dubbio sulle possibili elezioni anticipate?

Venerdì, all’apertura dei mercati, lo spread (differenza tra i rendimenti sul debito pubblico italiano decennale e quelli in Germania), è salito a 235 punti, un +25 rispetto al giorno precedente. Giustamente, la crisi politica ha creato un po’ di apprensione tra gli investitori. Dopo le dichiarazioni di Salvini, all’apertura la borsa di Milano è precipitata oltre il 2%.

“L’incertezza ha un prezzo: la diffusione e il possibile declassamento dell’Italia da parte delle agenzie di rating”, ha dichiarato Carlo Alberto Carnevale Maffe, professore all’Università Bocconi di Milano.

Attualmente, il rating italiano si è attestato su BBB con prospettiva negativa, due posizioni sopra “junk” o “non investment grade”. Per adesso, gli analisti non sanno quali saranno le decisioni dell’agenzia di rating Fitch, anche se c’è un precedente: nell’ottobre 2018, Moody’s declassò l’Italia a “Baa3”, a causa delle preoccupazioni sulle scelte di bilancio prese dal governo Lega-Cinque Stelle.

Non c’è dubbio che la già fragile economia italiana pagherà le conseguenze della crisi politica. Dopo la recessione tecnica nella seconda metà del 2018, la crescita economica è stata pari a zero nei primi due trimestri 2019. Commissione europea e FMI prevedono che la crescita italiana sarà dello 0,1% quest’anno e dello 0,2% nel 2020.

Il problema è che difficilmente l’Italia riuscirà ad uscire fuori da questa piattezza, considerando che l’intera Europa è stata colpita dal rallentamento economico e dall’incertezza a causa delle continue tensioni commerciali tra USA e Cina. A livello generale, la disoccupazione in Italia è al 9,7%, ma diventa preoccupante nella fascia di età che va dai 15 ai 24 anni, dove la stessa è al 28,1%. Nell’intera zona euro, la media sul totale è del 7,5%, mentre quella giovanile è al 15,4%.

Il rapporto debito/PIL italiano, al 132%, è il secondo più elevato in Europa dopo quello greco. Bruxelles ha spesso invitato il governo a ridurre il deficit pubblico, causando scontri tra Roma e la Commissione europea.

Ma cosa accadrebbe se a vincere le elezioni fosse proprio Salvini? Il leader leghista ha spesso messo in dubbio l’operato di Bruxelles, definendo “non sacri” i suoi dogmi, arrivando finanche ad accusare il ministro dell’Economia Giovanni Tria di essere troppo “accomodante” nei confronti dell’UE.

A supportare Salvini ci sono i piccoli imprenditori del Nord Italia, la zona più ricca del Paese, soprattutto per il discorso su significativi tagli fiscali e importanti progetti infrastrutturali. Secondo lui, ciò favorirebbe la crescita. C’è anche la promessa di fermare l’aumento dell’IVA, nonostante manchino all’appello 23 miliardi di euro utili a scongiurarlo. Basterà tutto questo per vincere le elezioni? Sono il tempo lo dirà.

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