L’italia deve uscire dalla crisi

Il nostro paese, come la maggior parte degli stati membri della zona euro, stanno lottando per evitare di finire schiacciati dal peso di una crisi economica senza precedenti. Le misure di austerità adottate per volontà della germania stanno portando l’europa verso il tracollo finanziario. Insomma ormai a ribadire questo concetto si stanno adoperando tutti i principali addetti ai lavori e i massimi esperti di economia del mondo. Se si continua a tagliare la spesa pubblica, aumentare le tasse e non dare stimoli alla crescita si condanna a morti l’euro e l’economia dell’intero vecchio continente. e è una dimostrazione il grafico qui sotto che dimostra un aspetto decisamente eloquente su quanto le scelte di politica economica possano influire sulla crescita di un paese. Il Giappone che sta spendendo molto per ricostruire i danni dello tsunami sta crescendo a ritmi molto intensi mentre l’Italia, che al contrario ha drasticamente ridotto la spesa pubblica e gli investimenti, continua a decrescere a ritmi vertiginosi.

La crescita economica del Giappone, secondo la previsione media di 40 economisti interpellati da Reuters, potrebbe essere pari al 2,2 per cento nel secondo e nel terzo trimestre 2012, e dell’1,7 per cento negli ultimi tre mesi dell’anno.  Le previsioni per l’Italia le conosciamo bene e hanno tutte il segno meno.

Certo qualcuno potrà anche portare avanti il concetto che se voglio far quadrare i conti devo per forza risparmiare aumentando le entrate e diminuendo le spese ma siamo sicuri che sia davvero così? Siamo davvero sicuri che il nostro paese debba necessariamente adottare questa politica economica per evitare il default? Fino ad ora i fatti ci danno ragione visto che l’economia italiana continua a peggiorare.

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Prezzi delle case in Cina ancora in calo

In un contesto economico come quello attuale trovare delle buone notizie è merce rara. Fino a qualche tempo fa, però, era sufficiente andare a cercare i dati cinesi per trovare qualcosa di buono. Ma ecco che anche quello che è stato ribattezzato il motore del mondo, ossia la Cina, comincia a dare i primi segni di un brusco rallentamento. E’ di poche ore fa, infatti la diffusione del dato relativo ai prezzi delle case che hanno fatto registrare -1,20% su base mensile che va ad aggiungersi al -0,70% del mese precedente. Un calo importante che da quasi 12 mesi a questa parte ha fatto scendere i prezzi delle case in maniera significativa. Questo dato, snobbato da molti media, è estremamente importante in quanto il settore immobiliare rappresenta il 10% del pil del paese.

Insomma dopo i dati che testimoniano un rallentamento della crescita ora bisogna valutare anche l’impatto che avrà il settore immobiliare sulla stabilità della politica economica del paese del sol levante.  Negli ultimi dodici mesi i prezzi medi delle nuove abitazioni sono calati in 46 città su 70, ossia anche nei centri più importanti dove, generalmente, i prezzi sono  più stabili.

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Attesa per l’Ipo di facebook

C’è molta attesa, oggi per l’ipo di facebook che in questo modo fa il suo esordio in borsa specialmente dopo che il social network ha annunciato di aaver aumentato il proprio collocamento del 25%, offrendo 3 miliardi di dollari in più di titoli. In effetti intorno a Facebook c’è molto fermento e, sopratutto, l’interesse di tutti visto che il collocamento rischia di diventare la maggiore ipo di una società di tecnologia al mondo battendo perfino il “rivale” (se così possiamo dire) Google. Ovviamente c’è molto interesse anche da parte dei piccoli risparmiatori attirati dalla immensa popolarità del social network e dalla possibilità di veder rivalutati i propri risparmi in un momento così difficile per le piazze finanziarie di tutto il mondo. Insomma per molti facebook rappresenta una novità a cui guardare con interesse.

Per questo abbiamo ritenuto estremamente interessante proporre ai nostri lettori questo breve elenco pubblicato sul Wall Street Journal dedicato ai 7 motivi per non investire in facebook. Già da tempo, infatti, abbiamo sconsigliato ai nostri lettori di investire i propri risparmi sul social network nella fase iniziale della quotazione. Questo perchè, come già successo con molte altre realtà tecnologiche, le quotazioni iniziali vengono rapidamente perse.

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Depositare i soldi all’estero conviene?

Sempre più italiani, spaventati dal deterioramento della crisi economica, stanno valutando di portare i propri risparmi all’estero così da dormire sonni tranquilli qualora la situazione dovesse precipitare. Spesso si parla di piccoli risparmiatori che possono contare su somme di denaro non molto alte. Tuttavia, depositare i propri soldi all’estero comporta il dover affrontare alcune problematiche non indifferenti e, sopratutto, affrontare dei costi. A questo punto quello che viene lecito domandarsi è: ne vale realmente la pena? A questo proposito abbiamo cercato di fare il punto della situazione valutando pro e contro di un eventuale spostamento dei propri risparmi presso un conto bancario in un paese sicuro.

Quello che ci teniamo a sottolineare è che ci sono dei modi del tutto legali di portare i propri soldi all’estero e, pertanto, invitiamo chiunque voglia procedere in questa direzione a rispettarli. Questo perchè qualsiasi strada si decida di percorrere è fondamentale fare le cose rispettando le normative vigenti.

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CDS: per Italia e Spagna è massima allerta

I cds, credit default swap, rappresentano un ottimo parametro per valutare il rischio di un paese specialmente in un contesto difficile come quello che stiamo attraversando. E proprio analizzando i cds dei principali paesi della zona euro si può capire quale sia la possibilità che una tra Italia e Spagna sia la prossima vittima della speculazione. Entrambi i paesi, infatti, sono considerati i punti deboli dell’Europa ossia quelli che risentiranno maggiormente di una probabile uscita della Grecia dall’Euro. Non a caso, proprio nelle ultime ore, qualche analista ha incominciato a ritenere verosimile che, qualora ci fosse una escalation della crisi ellenica entro 24 ore la Spagna potrebbe avere problemi di liquidità per un assalto agli sportelli bancari. Insomma una vera e propria ondata di panico che spingerebbe migliaia di risparmiatori (spagnoli prima e italiani poi) a ritirare velocemente i propri risparmi dai conti correnti bancari.

Per quanto riguarda Italia e Spagna i relativi CDS sono arrivati a quotare ampiamente sopra 500 (quota definita critica) ed esattamente 502 per i cds italiani e 546 per quelli spagnoli. tanto per fare un esempio i cds francesi sono a quota 217. Stesso discorso si può valutare per quanto riguarda lo spread con quello italiano a quota 430-440 punti base e quello spagnolo ormai stabile sopra quota 480 punti.

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Rischio liquidità per le banche Europee?

Mentre la grecia si avvia, sempre più probabilmente, ad una prossima uscita dall’euro comincia la corsa dei cittadini presso gli sportelli bancari per prelevare i contanti in vista di un possibile ritorno alla dracma o, comunque, ad una nuova valuta nazionale. Anche se non si sta ancora assistendo ad un vero e proprio “assalto” la mole di soldi ritirati in un solo giorno non è affatto indifferente (specialmente in rapporto a quanto movimentato giornalmente nel paese): 700 milioni di euro. Ma cosa sta succedendo esattamente in Grecia e in particolare al settore creditizio del paese? Prova a spiegarlo il premio nobel Krugman che, sul suo blog, ha dedicato un interessante articolo all’argomento. Secondo l’economista i greci stanno ritirando i depositi in euro dalle banche abbastanza rapidamente, ma non abbastanza velocemente da poter essere intesa come una vera e propria corsa agli sportelli.

Ma come fanno le banche (da tempo sull’orlo del baratro) ad affrontare questa continua richiesta di denaro? Molto semplicemente gli istituti di credito di Atene stanno prendendo in prestito i soldi necessari dalla banca centrale greca, che a sua volta li deve prendere a prestito dalla Banca centrale europea.

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